Imposte

Superbollo richiesto anche a chi non è tenuto

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di Maurizio Caprino

Chi ha una vettura soggetta dal superbollo ma può far valere una causa di esenzione dal tributo riceve lo stesso una richiesta di pagamento dall’agenzia delle Entrate. È l’ultimo paradosso dell’ormai quasi ventennale catena di inefficienze che la “regionalizzazione” del bollo auto nel 1999 ha aggiunto (allargando alle Regioni la complicata partita di poteri e attribuzioni fra Aci e Motorizzazione) a una gestione del tributo mai stata eccelsa.

Il problema è sempre la presenza di più archivi (fondamentalmente quello “statale” gestito dalla Sogei per le Entrate e il Sinta, gestito da Aci Informatica per le Regioni convenzionate con l’Aci), aggravata dallo scarso raccordo fra essi. Le Entrate hanno competenza sul superbollo, le Regioni sul bollo. I due tributi hanno presupposti e modalità applicative pressoché identici, quindi dovrebbero essere gestiti con una banca dati unica. Alimentata prevalentemente dalle Regioni, perché la base del sistema è il bollo (per esempio, se non è dovuto, non lo è nemmeno il superbollo). Ma questo non accade.

La conseguenza è che le Entrate hanno dati parziali o poco aggiornati e inviano contestazioni infondate. Sta al cittadino che ne riceve una farsi attestare dalla Regione che il bollo non è dovuto e produrla alle Entrate.

Attenzione: ci sono agevolazioni locali (come quella della Lombardia sui veicoli ultraventennali, valida dal 2015) non in linea con le norme statali. Questione mai chiarita ufficialmente, ma si ritiene che in questi casi il superbollo sia dovuto.

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