Imposte

Superbonus a dieci anni, quadruplicano i beneficiari

Cresce da quattro a cinque volte, a seconda del tipo di unità immobiliare, la platea dei potenziali beneficiari che avranno la possibilità di sfruttare il superbonus con la detrazione diretta, grazie all’allungamento da 4 a 10 della rateizzazione dello sconto fiscale. Una definizione articolata dietro la quale c’è un concetto molto semplice: spalmando su più anni la detrazione, cresce il numero dei contribuenti che hanno la possibilità di abbattere la loro imposta lorda con gli sconti fiscali, senza perdere dei soldi.

L’effetto dell’emendamento votato lunedì sera dalla commissione Finanze della Camera nella legge di conversione del decreto cessioni (Dl n. 11/2023, relatore: Andrea de Bertoldi) emerge incrociando i dati di Enea sugli investimenti medi effettuati per lavori di superbonus con i dati delle ultime statistiche fiscali disponibili (dichiarazioni 2021).

Intanto, sul fronte parlamentare, ieri il Governo ha posto la questione di fiducia alla Camera sul testo uscito dalla commissione Finanze. Anche se il Ddl è stato riportato all’esame della commissione, proprio su richiesta del relatore, Andrea de Bertoldi, per modificare la formulazione della norma, approvata nella serata di lunedì in coda all’esame del testo, che introduce per le banche la possibilità di convertire in Btp i crediti di imposta non fruiti.

Il riesame è nato dai dubbi della Ragioneria, che ha chiesto di puntualizzare che i Btp in questione saranno esclusivamente frutto di emissione ordinaria e non straordinaria: in sostanza, si procederà all’operazione senza emettere ulteriore debito. La formulazione finale di questo passaggio, quindi, rispecchia queste richieste e chiarisce che la sottoscrizione dovrà riguardare emissioni ordinarie. Inoltre, ora il testo fa riferimento ad appositi provvedimenti direttoriali di Entrate e ministero dell’Economia, sentita la Banca d’Italia, per dare attuazione al meccanismo.

Risolto questo caso, ieri la maggioranza ha comunque dovuto fare fronte al tentativo di ostruzionismo, messo in atto dalle opposizioni, e soprattutto dal Movimento 5 Stelle (il capogruppo pentastellato in commissione Finanze, Emiliano Fenu ha dichiarato che «il provvedimento non contiene alcuna norma per lo sblocco dei crediti incagliati legati a superbonus e bonus edilizi»), che prima della fiducia aveva iscritto a parlare 49 deputati su 52 totali, per un massimo di 30 minuti ciascuno, per un totale che avrebbe potuto superare le 24 ore. Per questo motivo il decreto è stato blindato: il primo voto è in programma per oggi, mentre il via libera finale sarà martedì.

Tra le novità più importanti della versione finale della legge di conversione c’è la possibilità di allungare da quattro a dieci anni il periodo di fruizione del superbonus. Questa possibilità è condizionata a un’opzione, che dovrà essere inserita nella dichiarazione dei redditi 2024, che riguarda solo le spese 2022 ed è irrevocabile. Quest’anno, allora, bisognerà restare in una sorta di limbo, stando attenti a non indicare la rata 2023 in dichiarazione. In quel caso si perderebbe la chance dell’allungamento.

La misura è nata per consentire di sfruttare le pesanti rate di detrazione del 110% a contribuenti che non avrebbero altrimenti avuto la capacità fiscale per farlo. Un’alternativa essenziale in mancanza di cessione del credito e sconto in fattura. Ma quanto si allargherà il perimetro dei potenziali beneficiari? Secondo le stime del Sole 24 Ore, potrebbe addirittura quadruplicare, riuscendo ad abbracciare soglie di reddito più basse rispetto a quelle, molto elevate, necessarie con la detrazione a quattro anni.

Partendo dai dati Enea, si vede che il superbonus genera in media un ammontare di detrazioni pari a circa 125mila euro in caso di abitazioni unifamiliari, circa 106mila euro per le unità indipendenti e circa 55mila euro per le unità in condominio. Per utilizzare queste detrazioni in quattro anni servono livelli di reddito alti: per i condomini servono almeno 50mila euro di reddito complessivo, mentre per le unifamiliari si partirebbe addirittura da 100mila euro. Spalmandole su dieci anni, il conto cambia parecchio: per i condomini sono sufficienti 26mila euro di reddito, mentre per le unifamiliari si partirebbe da poco meno di 50mila euro.

Vedendo come queste variazioni si trasferiscono sulla platea dei potenziali beneficiari, si osserva che per le unifamiliari il perimetro passa da circa 500mila contribuenti in grado sopportare il carico di detrazioni a poco più di 2,2 milioni. Praticamente, il quadruplo. Un effetto simile c’è sui condomini. In questo caso la platea passa da circa 2,2 milioni di contribuenti a poco meno di 11 milioni. Quindi, in questo scenario gli interessati si moltiplicano addirittura per cinque.

Naturalmente, si tratta di stime che consentono di capire quali sono gli ordini di grandezza del fenomeno, perché non tutti questi milioni di contribuenti hanno effettuato lavori di superbonus nel corso del 2022: l’anno scorso, infatti, gli interventi asseverati sono stati complessivamente 263.722. Solo su questi agisce la correzione introdotta dalla Camera. Inoltre, per conoscere l’effettivo livello di capienza fiscale di ciascuno bisognerebbe analizzare le singole dichiarazioni, conoscendo l’esatto ammontare delle altre detrazioni utilizzate per abbattere l’imposta lorda. E arrivare così alla capienza fiscale effettiva.

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