Tax credit restauro al 50% anche per impianti e rimozione di barriere
Misura per gli immobili di interesse storico e artistico fino a 100mila euro di spese
Possibilità di finanziare interventi che vanno oltre il perimetro del semplice restauro, come la realizzazione di impianti e la rimozione di barriere architettoniche, eventualmente sfruttando la cessione dei crediti. Ma anche un problema di risorse a disposizione, che potrebbe lasciare scoperti diversi lavori.
È pronto il decreto, firmato dal ministro della Cultura Dario Franceschini, di concerto con il responsabile dell’Economia, Daniele Franco, che regola il tax credit al 50% per il restauro di immobili di interesse storico e artistico.
L’agevolazione è destinata alle persone fisiche; sono escluse tutte le unità utilizzate nell’esercizio di impresa. Il credito di imposta è pari al 50% dei costi sostenuti nel corso del 2021 e del 2022, fino a un massimo di 100mila euro di credito per ogni immobile.
Si procederà fino a esaurimento risorse e questo potrebbe condizionare l’agevolazione di alcuni interventi: al momento, salvo rifinanziamenti, c’è disponibilità di appena un milione di euro per anno fino al 2022. Quindi, due milioni in totale.
Le istanze per ottenere il credito andranno presentate in via telematica al ministero dei Beni culturali, dal 1° al 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui è stata sostenuta la spesa: la prima finestra, quindi, si aprirà a febbraio del 2022. Entro il 31 dicembre di quest’anno sarà pronto il modulo da utilizzare, insieme alla documentazione da allegare alla domanda.
Saranno le Soprintendenze, una volta chiusi i termini, a curare l’istruttoria delle istanze, verificandone l’ammissibilità, anche perché gli interventi dovranno essere regolarmente autorizzati. Le spese effettivamente ammesse al tax credit saranno cristallizzate in un provvedimento del ministero e, poi, comunicate all’agenzia delle Entrate.
Non sono ammesse solo le spese per restauri, ma anche quelle per l’eliminazione di barriere architettoniche e per «impianti che concorrono ad un miglioramento della sicurezza e della conservazione del bene», con esclusione di quelli di semplice adeguamento funzionale e tecnologico. L’effettuazione delle spese dovrà essere attestata da un professionista, per essere ammissibile.
Il credito d’imposta sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione, dopo il riconoscimento dell’agevolazione da parte del ministero. E potrà eventualmente essere utilizzato attraverso la cessione, anche parziale.
Il riconoscimento ritardato del credito - va sottolineato - crea concretamente il rischio di effettuare spese per le quali, poi, non ci siano più a disposizione fondi. Le Soprintendenze avranno anche il compito di eseguire controlli a campione, per accertare e segnalare i casi di indebita fruizione, anche parziale.
IN BREVE
Il decreto
Il ministro della Cultura, Dario Franceschini ha appena firmato, di concerto con il ministero dell'Economia, il decreto che disciplina il credito di imposta per il restauro di immobili di interesse storico e artistico
I limiti
L’agevolazione è destinata alle persone fisiche e sarà pari al 50% dei costi sostenuti per i restauri nel corso del 2021 e del 2022, fino a un massimo di 100mila euro di credito per ogni immobile
Le spese ammissibili
Oltre alle spese per restauri, saranno ammesse anche quelle per l'eliminazione di barriere architettoniche e per «impianti che concorrono ad un miglioramento della sicurezza e della conservazione del bene»
I problemi
A disposizione ci sono soltanto due milioni di euro tra il 2021 e il 2022. Inoltre, la concessione dei crediti andrà avanti fino a esaurimento delle risorse disponibili. È probabile, quindi, che qualcuno resti fuori