Contabilità

Terzo settore. il collegamento politico rafforza gli obblighi di trasparenza

di Gabriele Sepio

Il decreto crescita rivede gli obblighi anticorruzione per gli enti non profit, ma restano ancora gli adempimenti per chi non si iscriverà al Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts).

Se da un lato, infatti, la revisione inserita nel decreto crescita introduce un apposito esonero per gli enti del Terzo settore iscritti nel Runts ( si veda Il Quotidiano del Fisco del 25 aprile ), dall’altro permangono gli oneri anticorruzione per tutti quei soggetti che, per scelta o per mancanza dei requisiti, non accederanno al nuovo Registro.

La modifica prevede tre diverse ipotesi che fanno scattare l’equiparazione dell’ente ad un partito politico e che, solo in parte, sembrano legate ad un effettivo coinvolgimento o legame diretto dell’associazione/fondazione con l’attività del partito. Un collegamento politico è previsto nell’ipotesi in cui l’ente non profit finanzi le iniziative di specifici movimenti o eroghi denaro in misura superiore a 5mila euro annui a soggetti legati al mondo politico (articolo 5, comma 4 lettera c) Dl 149/2013).

Più evidente il legame nel caso in cui ci sia un vero e proprio controllo da parte del partito, mediante il coordinamento o la scelta degli amministratori dell’ente (articolo 5, comma 4 lettera a). Decisamente piu debole, invece, appare il collegamento politico nel caso in cui almeno un terzo dei membri dell’organo direttivo o di gestione abbia ricoperto incarichi politici o di governo, anche a livello locale, nei sei anni precedenti (articolo 5, comma 4 lettera b). Quest’ultimo requisito, in particolare, potrebbe presentare qualche profilo di criticità nell’ipotesi in cui fosse l’unico tra quelli previsti dalla nuova norma ad essere integrato. Si pensi agli enti come le associazioni sindacali o di rappresentanza di categorie economiche che, in quanto esclusi dal nuovo Registro unico del Terzo settore, si vedrebbero applicare le nuove disposizioni senza appello, con un trattamento sperequato rispetto agli altri enti del terzo settore e con qualche dubbio in termini di coerenza costituzionale.

Va considerato, poi, che gli adempimenti richiesti non sarebbero di poco conto: pubblicazione annuale sul sito dello statuto, del rendiconto d’esercizio e del relativo verbale di approvazione, corredati da relazione sulla gestione, nota integrativa e relazione del Revisore, nonché controllo di conformità dei documenti da parte della Commissione sulla trasparenza, con successiva comunicazione ai presidenti delle Camere di tali pubblicazioni. Non è difficile immaginare che tali oneri sarebbero decisamente proibitivi se calati su realtà non profit meno strutturate, come, ad esempio, le associazioni sportive dilettantistiche che non si iscriveranno al Runts.

Considerando, da un lato, l’esigenza di rispettare gli obiettivi della norma e, dall’altro, di evitare trattamenti sperequanti e adempimenti sproporzionati per il mondo non profit, potrebbe essere auspicabile qualche adeguamento in sede di conversione in legge allo scopo, quantomeno, di associare la presenza di amministratori con un passato, a vario titolo, politico con un legame effettivo e soprattutto attuale con il partito in termini di controllo o finanziamento.

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