Tetto alle compensazioni a tre milioni di euro e Plastic tax solo dal 2022
Decreto Sostegni-bis: accelera il recupero dell'Iva se il committente entra in default
I crediti fiscali diventano sempre più centrali per sostenere le imprese in crisi di liquidità. Con le prime bozze del decreto Sostegni-bis viene data una forte spinta alla possibilità di utilizzare i crediti in conto fiscale oltre a prevedere un ulteriore rinvio del debutto della plastic tax al 2022.
Ma vediamo nel dettaglio. La spinta ai crediti fiscali si articola lungo almeno tre direttrici. La prima è rappresentata dall’innalzamento a regime del tetto delle compensazioni fino a 3 milioni di euro. Vale la pena ricordare che il decreto Rilancio aveva previsto un innalzamento solo per il 2020 a un milione di euro. Quindi il tetto massimo dei crediti spendibili in F24 era tornato a 700mila euro. Ora il Governo punta a spostare l’asticella, come anticipato, a tre milioni già a decorrere dal 1° gennaio 2021 dando così alle imprese un maggior respiro anche nel lungo periodo. Un aiuto - se sarà confermato in Consiglio dei ministri - che vale 2,1 miliardi di euro.
La seconda direttrice è una norma a lungo invocata e attesa dalle imprese. Si accelera sul recupero dell’Iva non riscossa se il committente o il cessionario va in crisi o in default: il fornitore potrà utilizzare i crediti vantati all’apertura della procedura concorsuale della controparte o del decreto di omologa dell’accordo di ristrutturazione dei debiti (come disciplinati dal Codice della crisi). Non solo, perché il recupero veloce dell’Iva varrà anche in caso di procedure esecutive individuali rimaste infruttuose. La modifica però non vale per le procedure già in corso ma si applicherà solo a quelle avviate successivamente all’entrata in vigore del decreto Sostegni-bis. Resta comunque l’obbligo di effettuare nuovamente il versamento dell’Iva nel caso in cui parte del corrispettivo venisse successivamente pagato.
La terza direttrice è, invece, costituita dalla riproposizione della compensabilità dei dei crediti vantati verso le pubbliche amministrazioni e riconosciuti come certi, liquidi ed esigibili per abbattere i versamenti di eventuali importi iscritti a ruolo. In questo caso l’estensione temporale a cui punta il Governo guarda ai riferimento ai carichi affidati agli agenti della riscossione entro il 31 ottobre 2020. Quindi eventuali forniture non pagate dalle Pa potranno essere convertite in “moneta fiscale” per abbattere l’importo complessivo delle cartelle anche nel corso del 2021.
Sempre nel solco del ricorso alla leva fiscale il Governo prova poi a sostenere anche le start up e le Pmi innovative: chi investe in queste realtà non pagherà fino al 2025 l’aliquota del 26% sulle plusvalenze che derivano dalla cessione di partecipazioni. Se confermata dal Consiglio dei ministri si introduce una nuova tax expenditure temporanea (i limiti temporali esatti devono ancora essere fissati ma nel testo si fa riferimento ad un arco temporale che va dal 2021 al 2025) con alcuni vincoli: le plusvalenze devono essere reinvestite in start up o Pmi innovative e devono essere possedute per almeno tre anni.
Sul fronte dei crediti d’imposta va segnalato il rifinanziamento anche del bonus per le sponsorizzazioni sportive che coprirà le spese effettuate in tutto il 2021. Alla misura vengono destinati 90 milioni di euro sulla scorta della prima esperienza della misura introdotta dal decreto Agosto. Le domande presentate entro lo scorso 1° aprile e relative alle spese di sponsorizzazione del secondo semestre 2020 sono state circa 2mila e hanno impegnato 45 milioni di euro. Da qui il raddoppio della dote per coprire tutto il 2021.
Oltre a un maggiore flessibilità sui crediti fiscali e alle tax expenditures, figura un ulteriore rinvio del debutto della plastic tax su cui hanno lavorato soprattutto Lega e Italia Viva. Il prelievo sui manufatti in plastica scatterà solo dal 1° gennaio 2022, allinenandosi così all’introduzione della sugar tax già differita al prossimo anno dall’ultima legge di Bilancio.