Una lettera sbagliata «gonfia» il conto
Considerato che il “conto” sarà fatto dall’agente della riscossione, prima di
pagare, il contribuente dovrà verificare se il “conto” è giusto.
Questo perché basta una lettera sbagliata nell’indicare le somme iscritte nei ruoli della riscossione che il conto diventa più “salato”. È quello che è capitato a diversi contribuenti che hanno ricevuto una previsione delle somme da pagare e si sono accorti che le sanzioni, invece di essere contraddistinte con la lettera «S» (sanzioni), sono segnalate con la lettera
«I» (imposte).
Un esempio riguarda un contribuente nel cui estratto ruolo è contrassegnata con la lettera «I» imposte, la sanzione del 30% dovuta per l’omesso pagamento dell’imposta di registro, che, invece, dovrebbe essere con la lettera «S» sanzioni. La conseguenza è che su 100mila euro di imposte, sono aggiunte le sanzioni di 30mila euro, pari al 30% delle imposte, gli aggi e gli interessi, per un totale di 140mila euro. Sono diversi i contribuenti che hanno ricevuto simulazioni contenenti le sanzioni, perché contrassegnate con la lettera «I», imposte. In questi casi, la lettera sbagliata fa “aumentare” il costo della rottamazione sia dell’importo delle sanzioni sia dei relativi aggi. È evidente che il conto da pagare è sbagliato, perché le sanzioni e i relativi aggi sono esclusi dal pagamento. Il tempo stringe ed è indispensabile e urgente la correzione della lettera sbagliata e del conto da pagare. Nel caso sopra esemplificato, il conto di 140mila euro, tolte le sanzioni e i relativi aggi, si riduce a circa 106mila euro, cioè circa 34mila euro in meno.
Le sviste sulle sanzioni, contrassegnate con la lettera «I» (imposte) sono evidenti e non si capisce la ragione per la quale ci voglia così tanto tempo per correggere un evidente errore. La speranza è che, viste le tante segnalazione fatte dai contribuenti, il conto che sarà presentato al contribuente sarà poi quello giusto, senza cioè le sanzioni e relativi aggi, che sono esclusi per legge.