Controlli e liti

Nel mirino della GdF 33 miliardi di movimenti con San Marino

di Marco Mobili

Valgono quasi il taglio delle tasse promesso da Renzi le movimentazioni finanziarie in entrata e in uscita da San Marino: 33 miliardi di cui ben 22 portati “all’estero” con illecite esportazioni dall’Italia e i restanti 11 fatti rientrare nel nostro Paese direttamente dalla Repubblica del Titano. A scoprire la fitta rete di assegni, anche di micro-importi, tra banche romane, milanesi, senesi e di San Marino è stata la Guardia di Finanza con un’operazione di monitoraggio e controllo sistematico sulla base di indicatori di rischio su 58.841 soggetti che hanno spostato capitali tra il 2009 e il 2014 da e per la piccola Repubblica al centro dell’Italia.

Sotto osservazione, dunque, è finito il periodo oggetto in questi giorni dell’operazione rientro dei capitali . Non certo un caso, visto che le Fiamme Gialle hanno intenzione di spingere sull’acceleratore e concludere l’analisi delle posizioni più significative entro settembre, giocando magari d’anticipo sulle domande che potranno arrivare da qui a fine settembre per aderire alla v oluntary disclosure . Stando ai numeri dell’operazione sono ben 22 i potenziali miliardi esportati illegalmente e i cui proprietari potrebbero aderire garantendosi quanto meno uno scudo sul penale. Non solo. Contestualmente, oltre a inseguire i capitali in fuga dall’Italia o già esportati illegalmente, la Guardia di Finanza proseguirà le elaborazioni per fare emergere elementi indicativi di fenomeni di riciclaggio di proventi illeciti, truffe, distrazioni di fondi pubblici e privati, appropriazioni indebite , eventuali ipotesi corruttive realizzate mediante la costituzione di fondi neri, nonché altri illeciti economico-finanziari da approfondire attraverso investigazioni di polizia giudiziaria.

L’operazione - definita «Torre d’Avorio» - fonda le sue radici in un’indagine avviata nel 2009 dal nucleo di polizia tributaria di Forlì, coordinata dal Procuratore capo di Forlì, Sergio Sottani, in materia di riciclaggio, evasione fiscale e altri reati. Dai risultati preliminari di quelle indagini, le prime verifiche delle Fiamme gialle su oltre 1.050 posizioni, hanno consentito di constatare redditi nascosti al fisco per oltre 850 milioni di euro e un’Iva evasa per più di 153 milioni di euro. Un miliardo dunque di quei 33 fatti transitare negli ultimi sei anni è già sotto osservazione ed è il risultato di un’indagine che all’inizio è partita guardando assegno dopo assegno e ora invece si sviluppa sulla base di un progetto ben definito dai Reparti speciali della Guardia di Finanza, passando da un’analisi delle «operazioni per assegno» ad un approfondimento mirato delle «operazioni per soggetto e per banca».

Dall’incrocio delle banche dati e delle informazioni contenute negli oltre 40 applicativi informatici in uso alla Guardia di Finanza sono state passate al setaccio le attività condotte negli ultimi sei anni da 26.953 italiani e da 31.888 sammarinesi o residenti all’estero. In particolare le attenzioni del Corpo e della Procura si sono concentrate sui risultati di ogni singola dichiarazione dei redditi, nonché dall’esistenza di segnalazioni per operazioni finanziarie sospette di antiriciclaggio. E l’ipotesi che gli 11 miliardi di movimentazioni di ritorno in Italia da San Marino siano frutto di riciclaggio è più che un semplice indizio.

La fotografia scattata dalla Gdf e dalla Procura fa emergere che i capitali in transito con la Repubblica del Titano arrivano da tutte le regioni d’Italia con una concentrazione più alta in Emilia-Romagna, Marche, Lombardia, Lazio e Umbria che si posiziona comunque tra le prime dieci regioni interessate dal fenomeno.

Nei prossimi due mesi, dunque, si procederà all’accertamento dei reati e se, ricorreranno le condizioni, la procura ricorrerà anche alla confisca come misura di prevenzione inflitta agli evasori socialmente pericolosi, per intenderci quella che si applica anche ai mafiosi. Strumento di prevenzione già utilizzato dai magistrati di Forlì che per primi hanno chiesto una confisca per 300 milioni di euro.

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