Tax credit anche per agriturismi e campeggi
L’agevolazione per la riqualificazione, la messa in sicurezza e l’acquisto di arredi sale dal 30 al 65%
Un rifinanziamento da 180 milioni di euro, dedicato alla riqualificazione, alla messa in sicurezza e all’acquisto di arredi. Con regole estese: credito di imposta potenziato dal 30% base al 65% e allargamento ad agriturismi, stabilimenti termali e campeggi. Anche se restano dei problemi storici, come il ricorso al meccanismo del click day per assegnare le risorse agli operatori.
Il credito di imposta per la riqualificazione e il miglioramento delle strutture turistico ricettive - questa è la sua definizione tecnica - entra nel decreto Agosto e riconferma un’agevolazione nata nel 2014 (Dl n. 83/2014) in una versione più leggera (con credito al 30%) che, da allora, è diventata uno strumento molto importante per il settore.
Le regole di dettaglio potranno essere integrate, rispetto a quelle già esistenti, dal ministero dei Beni culturali e del turismo. Guardando agli anni scorsi, comunque, si possono già dare molte coordinate. L’agevolazione riguarderà tutte le strutture ricettive, con una definizione allargata. Quindi, gli alberghi, i villaggi, le residenze turistico-alberghiere, gli alberghi diffusi, ma anche gli agriturismi, i campeggi e gli stabilimenti termali.
Tutti questi soggetti potranno presentare domanda per accedere allo sconto, che coprirà il 65% delle spese ammissibili fino a un massimo di 200mila euro per impresa per interventi di ristrutturazione, eliminazione di barriere architettoniche, efficientamento energetico, acquisto di mobili e arredi.
Un menù parecchio ampio che tiene dentro, tra le varie cose, gli interventi di messa in sicurezza antisismica, la sostituzione di serramenti esterni e interni, l’installazione di pavimenti e impianti, ma anche l’acquisto di cucine, mobili e complementi d’arredo da interno e da esterno. Oltre ad opere più particolari, come la realizzazione di piscine termali.
Il credito di imposta sarà riconosciuto per il 2020 e il 2021 e potrà essere utilizzato esclusivamente in compensazione. Ma, soprattutto, il decreto prevede la possibilità di non spalmarlo su più anni, come di solito avviene per queste agevolazioni, ma di utilizzarlo in una soluzione unica.
Importanti sono le risorse disponibili, dal momento che il credito di imposta viene riconosciuto solo fino al loro esaurimento: sono pari a 180 milioni di euro per i due anni.
Un confronto con le scorse edizioni consente di comprendere l’entità della cifra. Per le spese 2018 i beneficiari sono stati 1.975 per un ammontare complessivo di circa 116 milioni. Per le spese 2017 sono state ammesse al credito d’imposta 864 imprese, per un totale di 60 milioni di euro riconosciuti. Per le spese 2016 sono state ammesse 2084 imprese (con credito d’imposta che, all’epoca, era del 30%), per un totale di 50 milioni di euro.
Secondo Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, va sottolineato come l’agevolazione, che comunque è «una misura positiva», abbia alcuni difetti intrinseci. È basata «sul click day, che premia chi ha il dito più veloce o la linea internet più performante». Interviene «finanziando chi ha già fatto gli investimenti o chi li avrebbe fatti in ogni caso; quindi non esercita una funzione di spinta».
Infine, ha «una dimensione contenuta (al massimo 200mila euro per impresa) che guarda soprattutto ai piccoli investimenti di riqualificazione; si tratta di interventi sicuramente importanti ma ben distanti da quel che serve per rimettere a nuovo integralmente un albergo».