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Piattaforme digitali, standard Ocse per lo scambio dati sulla rete di comunicazione Ue

Il file e il manuale d’uso contengono già le indicazioni e le precisazioni affinché l’Xml possa essere gestito nel Ccn dell’Unione europea

L’Ocse ha pubblicato il formato elettronico attraverso cui sarà possibile lo scambio tra le amministrazioni fiscali di informazioni concernenti le piattaforme digitali in base al model reporting rules for digital platforms.

Le tecnologie attualmente disponibili hanno reso possibile la nascita e l’esplosione, nell’arco di pochissimi anni, di una grande varietà di nuovi mercati, che hanno luogo sulle piattaforme digitali e che consistono in transazioni con oggetto la condivisione di beni o servizi secondo modelli estremamente più flessibili rispetto a quelli tipici dell’economia tradizionale. In questo contesto si rende necessario da un lato, per le amministrazioni finanziarie, ottenere adeguate informazioni sulle operazioni che vengono effettuate in questi mercati e dall’altro, per i contribuenti, disporre di uno schema per la comunicazione che faciliti il reporting e sia uniforme tra i vari paesi in modo da ridurre gli adempimenti e i relativi costi.

Per tale motivo nel 2020 l’Ocse ha approvato delle model rules per disciplinare la comunicazione delle informazioni da parte dei gestori di piattaforme che operano nella sharing economy e nella gig economy in relazione ai ricavi degli utenti per l’offerta di servizi personali, locazione di immobili, noleggio di mezzi di trasporto e cessioni di beni. Lo schema informatico standardizzato pubblicato il 29 marzo 2022 sarà utilizzato per riportare le informazioni secondo le model rules ed è in formato Xml. È inoltre accompagnato da linee guida per la compilazione.

Le informazioni raccolte saranno oggetto di scambio automatico tra lo stato di residenza dell’operatore della piattaforma digitale e gli stati di residenza dei venditori. Possono anche essere fatte su base spontanea e non reciproca da parte di uno stato con altre giurisdizioni coinvolte, anche se non aderiscono allo scambio automatico.

Sebbene lo standard di comunicazione sia di emanazione Ocse, lo sviluppo è avvenuto in stretta collaborazione con l’Unione europea al fine di garantire che possa essere utilizzato anche per la segnalazione e lo scambio di informazioni ai sensi della direttiva 2021/514, che ha modificato la direttiva 2011/16/Ue 23 relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale, cosiddetta Dac 7, che entrerà in vigore nel 2023.

Una delle modifiche più importanti previste dalla Dac 7 riguarda appunto l’estensione dell’obbligo di scambio automatico di informazioni agli operatori, sia persone fisiche che giuridiche, delle piattaforme digitali residenti, localizzati o costituiti secondo le leggi dell’Ue.

Le norme si applicheranno anche alle piattaforme non comunitarie che facilitano vendite effettuate da soggetti Ue o locazioni di immobili ivi localizzati. La direttiva impone ai gestori delle piattaforme digitali l’obbligo di comunicare alle amministrazioni fiscali di ciascuno Stato membro i ricavi dei rispettivi utenti. Le attività commerciali («attività pertinenti») coperte dagli obblighi di comunicazione sono la locazione di beni immobili, i servizi personali, la vendita di beni e il noleggio di mezzi trasporto. L’Iva è tra le imposte monitorate ai fini Dac 7, pertanto, le informazioni comunicate tra gli Stati membri potranno essere utilizzate per l’accertamento, l’amministrazione e l’applicazione anche di tale tributo.

A livello europeo, per agevolare lo scambio automatico ed efficientare l’utilizzo delle risorse, sarà utilizzata la rete comune di comunicazione (common communication network: Ccn) messa a punto dall’Unione. Il file e relativo manuale d’uso pubblicato dall’Ocse in collaborazione con l’Unione europea contiene quindi già le indicazioni e le precisazioni affinché l’Xml possa essere gestito nel Ccn dell’Unione europea.