La proposta dei professionisti: giudici tributari per concorso
Audizioni alla Commissione interministeriale di riforma del contezioso fiscale
È un percorso a due vie: professionalizzare il giudice tributario di merito, facendo salvi gli attuali laici per un periodo transitorio, e potenziare il giudizio in Cassazione gravato da oltre 53mila pendenze arretrate, non solo con giudici ausiliari ma anche, e in via eccezionale, con qualificati docenti di diritto tributario e professionisti. A ciò si aggiunga una mediazione affidata a un organo “terzo”, rispetto all’attuale, cui partecipino l’Amministrazione finanziaria e i Consigli nazionali degli avvocati e dei commercialisti e il trasferimento della giurisdizione dal Mef alla presidenza del Consiglio o, in alternativa, al ministero della Giustizia.
Sono così sintetizzabili le principali proposte delle prime otto sigle di professionisti e giudici tributari, comparse ieri in collegamento da remoto con la Commissione interministeriale di riforma della tanto discussa giustizia tributaria. Posizioni - in parte sovrapponibile per gli obiettivi prefissati – che piovono sulla Commissione già sotto pressione per le diverse sensibilità dei 14 commissari, coordinati nei lavori dal professor Giacinto della Cananea e dalla direttrice del Dipartimento finanze Fabrizia Lapecorella.
Le sigle
Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec), Organismo congressuale forense (Ocf), Associazione nazionale tributaristi italiani (Anti), Associazione italiana dottori commercialisti (Aidc), Associazione dottori commercialisti (Adc), Associazione nazionale commercialisti (Anc) e Associazione magistrati tributari (Amt) hanno depositato le rispettive memorie. Un sunto delle principali proposte di riassetto del contenzioso, che hanno l’ambizione di migliorare la qualità dei giudicati di merito e snellire le pendenze della sezione tributaria della Suprema corte. Memorie, dunque, in linea con l’obiettivo di migliorare e accelerare la risposta della giustizia fiscale come prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ma andiamo con ordine.
Il pre-contenzioso
Tutti convengono con la necessità di introdurre una fase di reclamo-mediazione dinanzi a un organo indipendente rispetto alle parti in causa. L’istituto sarebbe affidato a un organismo collegiale per cause fino a 50mila euro, mentre a uno monocratico per quelle di valore inferiore a 3mila euro. Un modo per smaltire circa l’83% dei ricorsi complessivi – dato al 2020 – presentati alle Ctp e Ctr. L’ipotesi preliminare emersa dalla Commissione, ossia di affidare questa fase pre-contenziosa anche agli attuali giudici non togati (si veda il Sole24ore del Lunedì del 17 maggio), divide le sigle, tra chi la intende escludere per non “inquinare” la successiva fase contenziosa e chi, diversamente, la ritiene una via da seguire ma con una composizione collegiale, di cui facciano parte anche avvocati e commercialisti.
Giudice del merito
Un giudice del merito a tempo pieno, professionale e specializzato assunto per concorso, che garantisca autonomia e terzietà è indispensabile per le sigle. Con lievi variazioni tra chi preferirebbe che il magistrato dedicato sia previsto solo per le Commissioni tributarie regionali, così da migliorare il giudicato che - stando ai dati della Cassazione – nel 46% dei casi finisce regolarmente per essere cassato nella fase di legittimità, e chi invece lo intende estere anche alle Commissioni tributarie provinciali. In entrambi i casi gli attuali giudici sarebbero fatti salvi per un periodo transitorio.
Legittimità
Il potenziamento del giudizio di legittimità è invocato da tutti gli attori. Tra le proposte c’è quella di prevedere l’introduzione del tentativo di conciliazione giudiziale obbligatoria. In aggiunta l’idea è di coinvolgere magistrati di legittimità in pensione ma non solo. In via eccezionale si chiede di applicare alla sezione tributaria soggetti esterni alla magistratura ma dotati di comprovata competenza, provenienti dal mondo accademico e delle professioni. Solo l’Associazione dei magistrati, invece, ritiene che per arginare il crescente aumento di pendenze sia necessario applicare in Cassazione i giudici tributari di Ctp e Ctr.