Adempimenti

Assegno unico, con la riforma il rischio penalità per i meno abbienti

di Giovanni Esposito

L’assegno unico assorbe varie misure, tra cui le più rilevanti sono gli assegni al nucleo familiare (4 miliardi ) e le detrazioni fiscali per familiari a carico (12 miliardi compreso quelle del coniuge).

Gli assegni al nucleo familiare (Anf) 2021 sono pari a 137,50 euro con un figlio minore e un indicatore reddituale fino a 14.775 euro per poi decrescere in maniera inversamente proporzionale al reddito.

Parimenti la detrazione 2021 base (l’importo spettante diminuisce con l’aumentare del reddito, fino ad annullarsi quando il reddito complessivo arriva a 95mila euro) per ciascun figlio a carico è 950 euro nella fascia 4-24 anni (1.220 euro per il figlio di età inferiore a 3 anni). Se in famiglia ci sono più di tre figli a carico, l’importo aumenta di 200 euro per ciascun figlio, a partire dal primo. Per il figlio disabile si ha diritto all’ulteriore importo di 400 euro.

Al di là dei diversi parametri di riferimento (reddito/ Isee), il nuovo sistema non porta necessariamente a benefici per le famiglie nelle quali il peso del lavoro dipendente, essendo pari almeno al 70% del totale, permetteva l’incasso dei preesistenti assegni familiari: difatti il valore massimo dell’assegno unico (175 euro) è inferiore alla somma dell’Anf (137,5 euro) e della detrazione (79 euro = 950 euro/12) quantificati in misura piena.

Inoltre, a differenza delle soppresse detrazioni fiscali, nel caso dell’assegno unico, per figli minori di 3 anni sono assenti maggiorazioni; va poi considerato che l’importo si riduce a 18 anni e si annulla a 21 anni.

Se, quindi, la misura ha il pregio di estendere a tutti i contribuenti, senza pregiudizio di reddito, il medesimo intervento, l’assegno universale potrebbe penalizzare i lavoratori dipendenti meno abbienti: anche per questo è stata prevista un’integrazione decrescente per i primi tre anni, una maggiorazione transitoria.

Dal raffronto della nuova misura con le precedenti agevolazioni congiuntamente considerate per i soli lavoratori subordinati, pur in ipotesi di massimizzazione di assegno unico (Isee inferiore a 15mila euro, con componente patrimoniale residuale), il saldo è negativo con un solo genitore, famiglia monoreddito fino a 20mila euro, nuclei con figli a carico inferiori a tre anni (ovvero nella fascia 21-24 anni o disabili).

Il vantaggio si manifesta a partire dai 25mila euro di reddito familiare e aumenta con il crescere di questo. A parità di condizioni, all’aumentare dei figli il gap si riduce.

Le domande per il nuovo assegno sono partite dal 1° gennaio. Le istanze possono essere presentate in modalità telematica all’Inps o attraverso i patronati. La domanda, per essere pagata dal 1° marzo, dovrà essere inoltrata entro giugno; in questo caso verranno corrisposti gli arretrati. Per orientare i genitori l’Inps ha messo a disposizione un simulatore servizi2.inps.it/servizi/AssegnoUnicoFigli/Simulatore.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©