I temi di NT+Modulo 24

Investimenti Esg, effetto leva per il patrimonio aziendale

Maggiori opportunità di creazione di valore per imprese basate su un modello di business differenziato, a valore aggiunto e contraddistinte da un’alta marginalità

di Andrea Amaduzzi e Marco Volante

Il tema intangibili nel corso degli anni ha indotto sia la dottrina aziendalistica sia gli standard setter contabili (in ambito nazionale ed internazionale) a definire linee guida e principi utili al fine di fissare criteri condivisi per la loro identificazione, valutazione e, se del caso, rilevazione in bilancio; ciò deriva soprattutto dalla rilevanza assunta da questa tipologia di asset nel contesto della gestione dell’impresa e quindi nella composizione del bilancio d’esercizio.

A questo proposito da oltre vent’anni lo standard setter internazionale aveva qualificato come bene intangibile separabile dal goodwill, un bene non monetario privo di sostanza fisica identificabile, derivante da diritti contrattuali o altri diritti legali; nell’ambito delle disposizioni contenute nel Codice civile e integrati dai principi Oic, coerentemente a tale definizione, viene proposta la classificazione fornita da principio Oic 24 (diritti di brevetto industriale, di utilizzo delle opere di ingegno, concessioni, licenze, marchi e diritti simili).

Dato l’attuale contesto delle norme contabili, il tema intangibili emerge soprattutto nell’ambito di operazioni di business combination in cui i principi contabili richiedono la loro separata identificazione e autonoma valutazione (c.d. purchase price allocation (Ppa), disciplinata dal principio contabile Ifrs 3 Business Combinations) .

In tale contesto la stima degli intangibili deve avvenire in base al loro “fair value”, mediante l’applicazione delle disposizioni del principio contabile Ifrs 13 Fair Value Measurement.

Esso, tra l’atro, prevede tre distinti approcci valutativi:

Income approach, che si basa sull’assunto che nessun operatore sarebbe disposto a riconoscere per l’asset un prezzo superiore al valore attuale dei flussi attesi dalla stessa. Dal punto di vista metodologico rientrano nell’income approach il Dcf, il modello reddituale e gli option pricing models quali l’albero binomiale o la formula Black Scholes Merton;

Market approach, che si basa sull’assunto che il bene possa essere valutato sulla base delle informazioni fornite da prezzi espressi da transazioni di mercato aventi ad oggetto asset simili o identici a quello di cui si necessita la stima; dal punto di vista metodologico trattasi dei multipli di mercato, di transazioni comparabili;

Cost approach, il criterio del costo si fonda sul presupposto che nessun operatore razionale sarebbe disposto a pagare per un’attività una somma superiore al costo che spenderebbe per svilupparlo ex novo; dal punto di vista metodologico trattasi del costo di rimpiazzo.

Il legame tra iniziative Esg e valore degli intangibili

Il legame esistente tra politiche Esg (o investimenti Esg) e valore degli intangibili è attualmente oggetto di studio e approfondimento in differenti contesti.

In ambito valutativo, nel maggio 2021, l’International Valuation Standards Council (Ivsc) ha pubblicato un perspectives paper intitolato «A framework to assess Esg value creation» avente il fine di avviare il dibattito riguardante la rilevanza assunta all’interno delle misurazioni di valore dalle iniziative disposte dalle imprese a sostegno del contesto ambientale, sociale e di governance (alias «iniziative Esg»).

Quanto contenuto nel paper corrisponde ad un primo passo; difatti, come specificato dall’Ivsc, seguiranno dei paper futuri volti ad approfondire le tematiche che qui interessano per identificare ed inquadrare con maggiore precisione le opportunità di creazione di valore generate/generabili a seguito del sostenimento di iniziative Esg da parte delle entità.

Una parte del perspective paper si pone il fine di analizzare la stretta sintonia esistente tra iniziative Esg e beni immateriali di cui dispone l’entità.

Ad avviso dell’Ivsc la creazione di valore a beneficio dell’impresa che sostiene investimenti Esg, riflette nella generazione/mantenimento di valore degli intangibili detenuti dalla stessa.

A questo proposito, gli investimenti Esg, al pari di quanto normalmente esercitato in seno agli intangibili, manifestano un rendimento contenuto (o in certi casi ininfluente) nei primi esercizi in cui sono sostenuti per poi assumere, con tutta probabilità, una crescita esponenziale nel corso degli esercizi successivi.

Fattispecie di questo genere si verificano anche riguardo gli investimenti inerenti a beni intangibili adoperati nell’attività d’impresa di qualsiasi entità; si pensi a questo proposito agli investimenti in ricerca e sviluppo i quali, ove non sostenuti, possono portare ad una vera e propria distruzione di valore.

Inoltre, così come accade per gli intangibili (prescindendo dalla loro natura), gli investimenti Esg dovranno per necessità essere mantenuti periodicamente, pena la distruzione del valore generato fino a quel momento.

Dal paper in esame si desume che il modello di business adottato dall’entità assume rilevanza anche al fine di remunerare gli investimenti Esg sostenuti.

A questo proposito gli investimenti Esg genereranno maggiori opportunità di creazione di valore per imprese basate su un modello di business differenziato, a valore aggiunto e contraddistinte da un’alta marginalità rispetto alle aziende la cui attività è fondata su un modello di business mercificato, aventi una marginalità contenuta e che usufruiscono, in larga misura, di attività materiali.

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