Controlli e liti

Antiriciclaggio, piano per segnalazioni che centrano l’obiettivo

Il progetto Uif: disincentivare le Sos prive di interesse investigativo. Più dialogo ma anche controlli documentali sui soggetti obbligati

di Ivan Cimmarusti

Il sistema per arginare l’infiltrazione della criminalità finanziaria nell’economia legale rischia di trovare un limite alla sua efficacia: la bassa “qualità” di una parte delle segnalazioni per operazioni sospette (Sos) dei soggetti che operano nel tessuto produttivo e che sono obbligati alle comunicazioni antiriciclaggio, cioè istituti di credito, professionisti, operatori in criptovaluta e altri sia di tipo finanziario sia non finanziario.

Il punto è che le Sos sono in generale aumento, il che rappresenta un fattore positivo. Tuttavia, i contenuti inviati all’Unità di informazione finanziaria (Uif), l’ente antiriciclaggio della Banca d’Italia diretto da Enzo Serata, non sempre sono soddisfacenti. Anche quelli di banche e Poste – cui comunque si deve quasi il 60% delle Sos complessive del 2022 – spesso sono il frutto di elaborazioni automatiche e mancano di un filtro da parte degli analisti. Senza considerare la spesso inadeguata collaborazione delle altre categorie di soggetti obbligati, che si limitano a segnalazioni in alcuni casi scarne e in altri appesantite da documenti senza utilità.

Interlocuzioni periodiche

Il tema è al centro delle valutazioni dell’Uif. Si vuole porre un argine a quella parte di flusso segnaletico che crea “rumore” statistico ma che, a conti fatti, non è spendibile per prevenire la finanza illecita.

Per questo l’Unità ha posto tra i suoi obiettivi strategici quello di disincentivare l’invio di comunicazioni prive di interesse, di favorire lo sviluppo della capacità di far emergere inediti scenari di criminalità finanziaria e di richiamare l’attenzione dei destinatari degli obblighi antiriciclaggio, in particolare delle categorie meno collaborative.

È stato programmato un rafforzamento del dialogo, anche attraverso la pianificazione di interlocuzioni per favorire il miglioramento della qualità della collaborazione attiva. L’intenzione è di accompagnare i soggetti obbligati in un percorso di miglioramento della qualità delle informazioni, affinché abbandonino quel generale appiattimento alla prassi nelle Sos, per far spazio a valutazioni sempre più precise.

Controlli documentali

Le novità vanno anche oltre. Su determinati soggetti, contraddistinti da un alto indice di rischio e da una bassa propensione all’invio di Sos, l’Unità potrà svolgere specifiche analisi e verifiche documentali, anche a distanza.

Un altro strumento che è stato introdotto per favorire una produzione di Sos di qualità è rappresentato dalle “schede di feedback” e dalle “comunicazioni degli esiti delle segnalazioni a basso rischio”, inviate come resoconto ai soggetti obbligati. Le prime, in fase di affinamento, contengono valutazioni comparative della qualità delle segnalazioni, le seconde sono già una realtà. Il primo flusso di esiti, che tiene conto anche dei riscontri investigativi sui contesti segnalati, è stato trasmesso ai soggetti obbligati a partire da marzo 2023 con riferimento alle Sos analizzate nel primo semestre 2022.

Modello vincente

In questo senso, le Sos dei soggetti obbligati hanno anche lo scopo di favorire l’aggiornamento da parte dell’Uif di “schemi di anomalia” e “indicatori di allerta” in modo da individuare l’evoluzione dei fenomeni di riciclaggio. Un modello vincente adottato da tempo e che ha un importante precedente storico: il caso Covid-19. Nel biennio 2020-2021 le comunicazioni dell’Unità hanno consentito ai soggetti obbligati di inviare segnalazioni mirate che hanno permesso agli analisti della Uif di scovare, spesso con largo anticipo, frodi sui dispositivi medici e truffe aggravate ai danni dello Stato. Basti considerare che nei due anni menzionati l’Uif ha registrato operazioni “opache” per un ammontare di 13,4 miliardi di euro.

Il tema antiriciclaggio, del resto, è al centro delle valutazioni del Governo. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha annunciato l’intenzione di un allentamento degli obblighi. Tuttavia, trattandosi di nome Ue, i margini sono stretti.

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