Imposte

Ricerca e sviluppo, rinvio di un anno per la sanatoria

Stop agli alert del Fisco e sospesi quelli dell’Inps per la crisi d’impresa. Congelate le multe ai no vax del Covid: in ballo quasi un milione di cartelle esattoriali

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Nel cantiere del fisco aperto dal Governo Meloni una proroga extra large di un anno molto attesa da aziende e professionisti per la sanatoria del credito d'imposta ricerca e sviluppo, un ritocco sugli automatismi della crisi d'impresa e un momentaneo congelamento delle contestazioni ai no vax del Covid (la stima è di circa un milione di cartelle interessate). Al momento non è stato ancora scelto il “treno” normativo su cui far viaggiare le tre modifiche, anche se l’ipotesi più forte potrebbe essere quella di un emendamento al decreto Aiuti ter (Dl 144/2022), all’esame della commissione speciale, o anche con un nuovo decreto d’urgenza mirato, cosiddetto “a perdere” da far confluire sempre come correttivo del Dl Aiuti ter.

Il fattore tempo è comunque decisivo per la sanatoria dei crediti d'imposta ricerca e sviluppo. La domanda per aderire alla restituzione dei bonus per ricerca e sviluppo scade lunedì 31 ottobre: termine già prorogato (rispetto alla scadenza originaria del 30 settembre) proprio dal testo del decreto Aiuti ter entrato in Parlamento per la conversione. Allo studio c'era originariamente l’idea di far slittare di un mese la possibilità di adesione, andando così al 30 novembre 2022. Ma la necessità di dare più tempo alle imprese interessate, che potrebbero restituire i crediti d’imposta relativi al periodo 2015-2019 senza sanzioni e interessi, sta portando il Governo verso un rinvio molto più ampio. Si pensa, infatti, di spostare l’adempimento al 31 ottobre 2023. In questo modo, verrebbe riscritto anche il calendario dei versamenti. Al momento, la prima (o unica) rata andrebbe corrisposta entro il 16 dicembre 2022 mentre le due successive entro il 16 dicembre del 2023 ed entro il 16 dicembre 2024. Ma uno slittamento in avanti di un anno della domanda telematica si porterebbe dietro una conseguente proroga anche delle scadenze di pagamento. Un intervento fortemente voluto da Maurizio Leo, responsabile economico di FdI e candidato al ruolo di viceministro dell’Economia con delega alle Finanze. Anche perché le criticità (come evidenziato dall’articolo «La sanatoria ricerca e sviluppo richiede più tempo per le scelte») sono tante: dalla situazione delle imprese per cui erano in corso controlli del Fisco alla data di entrata in vigore della norma sulla sanatoria (22 ottobre 2021) all’ammissibilità alla definizione agevolata, che non è immediatamente operativa. Per questo per le imprese che intendono aderire si rischia una sanatoria al buio.

Altro snodo importante è la sterilizzazione degli alert automatici previsti dal Codice della crisi d'impresa per i debiti Iva. Un tema su cui sempre Fratelli d'Italia, con l'allora senatore (oggi deputato) Andrea de Bertoldi si era battuto alla fine dell'ultima legislatura. Era già stato messo a punto un intervento, approvato con un emendamento al decreto Semplificazioni (Dl 73/2022), che prevedeva come la segnalazione dell’Agenzia per il debito Iva scaduto e non versato scattasse per importi superiore a 5mila euro e, comunque, non inferiore al 10% dell’ammontare del volume d’affari risultante dalla dichiarazione relativa all’anno d’imposta precedente. Ma in ogni caso la segnalazione viene inviata se il debito è superiore all’importo di 20mila euro. La segnalazione è una comunicazione all’imprenditore e, laddove esista al collegio sindacale, invitandolo ad avviare la composizione negoziata della crisi di impresa, naturalmente riscontrandone i presupposti. Ora l’intervento allo studio punta a fare un passo ulteriore: cancellare l’obbligo di segnalazione per i debiti Iva da parte dell’agenzia delle Entrate e sospendere, invece, gli alert dell’Inps per i debiti di natura contributiva.

Altra sospensione annunciata a più riprese riguarda le multe per gli over 50 e le categorie obbligate (forze dell’ordine, personale sanitario e della scuola) che si erano sottratti all’obbligo di vaccinale anti Covid. In questo modo si impedirebbe la partenza di oltre un milione di cartelle esattoriali (come anticipato su queste colonne il 13 ottobre). In sostanza, sarebbe il primo atto di quella «tregua fiscale» più ampia, annunciata nel discorso al Parlamento dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Sempre nel pacchetto di misure allo studio è già pronta e bollinata la tutela dei tassi agevolati fino al 31 dicembre riconosciuti agli under 35 che chiedono il mutuo garantito dallo Stato per l’acquisto della prima casa.

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