Imposte

Successioni, le Faq non bastano: il fai-da-te online inciampa sulle visure

È difficile pensare che un contribuente inesperto di questi temi, anche se dotato di un grado di cultura elevato e di una occorrente abilità informatica, ce la possa fare da solo

di Angelo Busani

Sul sito delle Entrate sono state di recente aggiornate le Faq sulla compilazione e trasmissione della dichiarazione di successione. Cioè il modulo digitale da inviare online all’Agenzia per attestare il decesso di una persona, indicare i soggetti ai quali è stato trasmesso il patrimonio del de cuius, identificare i beni e i diritti che compongono tale patrimonio e valorizzarli per applicare le imposte di successione, ipotecaria e catastale.
Se la compilazione online e la trasmissione telematica sono senz’altro utili per rendere più efficiente l’applicazione dell’imposta di successione e – in caso di immobili – l’operazione di voltura catastale (disintestando il de cuius e intestando eredi e legatari), rispetto al previgente modulo cartaceo la questione si è però complicata: è difficile pensare che un contribuente inesperto di questi temi, anche se dotato di un grado di cultura elevato e di una occorrente abilità informatica, ce la possa fare da solo.
Una dichiarazione complessa
Se, dunque, con il modulo cartaceo (grazie alla sua flessibilità di compilazione) il fai-da-te era tutto sommato possibile, almeno nelle situazioni meno complicate, oggi si rischia seriamente di sbagliare se non ci si rivolge a un professionista.
Non basta, infatti, conoscere (cosa già di per sé difficoltosa) le regole civilistiche della devoluzione ereditaria e le norme fiscali in base alle quali la dichiarazione di successione deve essere compilata. Occorre poi tradurre in concreto queste conoscenze nelle centinaia di caselle che popolano le 19 pagine della dichiarazione di successione, nelle quali sono distribuiti 17 riquadri (da “EA” a “ES”) in cui riportare le informazioni al Fisco: l’albero genealogico, gli immobili, le partecipazioni societarie, le giacenze bancarie, gli strumenti finanziari, eccetera.
Per avere una misura della complessità che si incontra nella dichiarazione di successione, basti pensare che le istruzioni per la compilazione occupano due fascicoli di 82 pagine complessive, fitte e con un testo in corpo tipografico abbastanza minuto.
Visure da analizzare
Le Faq delle Entrate sono, dunque, il trait d’union tra le istruzioni al riempimento del modulo (principalmente finalizzate a illustrare come “tradurre” l’imposta di successione in dati da inserire nelle caselle) e la concreta operazione di compilazione.
Le Faq sono organizzate in quattro parti: 1 modalità di presentazione della dichiarazione di successione; 2 installazione del software e allegazione dei documenti; 3 compilazione del modello; 4 ricevute e attestazioni di avvenuta presentazione.
Il piatto forte è senz’altro nella terza parte, dedicata alla compilazione del modello, in cui l’Agenzia prova a spiegare al contribuente come indicare gli immobili appartenuti al defunto: peraltro, con esempi riferiti alla “vecchia” impostazione della visura catastale, di recente sostituita con una nuova visualizzazione, che purtroppo ne ha peggiorato la leggibilità.
Non si tratta solo di saper leggere le visure catastali per estrarre i dati necessari al modulo; ma anche di intuire, prima di procedere alla compilazione, se la visure presentano inefficienze di varia natura: in tal caso, infatti, bisogna correggerle prima di trasmettere la dichiarazione, perché altrimenti si corre il forte rischio che non funzioni il sistema di voltura catastale automatica, vale a dire il meccanismo con il quale l’intestazione catastale di un immobile viene aggiornata sostituendo al nome del defunto quello degli eredi e dei legatari.
I temi sotto la lente
La visura catastale è il documento fornito dal Catasto nel quale per ciascuna unità immobiliare (del Catasto Fabbricati) e per ciascuna particella (del Catasto Terreni) sono indicati:
O
l’intestazione: l’indicazione del nominativo dei soggetti titolari di diritti reali con le rispettive quote di appartenenza;
O
l’ubicazione dell’immobile e il suo classamento: gli elementi (inerenti alla destinazione, alla dimensione e al pregio) che consentono al Catasto di offrire la rendita e cioè il dato necessario ad assolvere certe imposte (le imposte di successione e quelle ipotecaria e catastale connesse a una trasmissione mortis causa).
Nelle Faq vengono affrontate diverse tematiche. Ad esempio:
O
come dichiarare gli immobili di categoria F, cioè quelli che non producono reddito stabilmente (come l’area urbana o il lastrico solare o il fabbricato collabente) o temporaneamente (come gli edifici in corso di costruzione o di ristrutturazione);
O
come comportarsi con le particelle “graffate”, vale a dire quei casi in cui (tipico quello dell’area di pertinenza di un fabbricato) la rendita catastale non corrisponde a una sola particella, come di regola accade, ma a una pluralità di particelle o di subalterni. Questi dati occorre indicarli tutti, perché dimenticarne anche solo uno comporta lo scarto della trasmissione telematica;
O
come affrontare il frequente caso della visura che riporta un indirizzo sbagliato: nelle Faq si osserva che l’indirizzo è un dato facoltativo, ma che la presentazione della dichiarazione di successione è un’occasione propizia per chiederne al Catasto l’eventuale correzione, con una specifica procedura.

LE RISPOSTE DELL’AGENZIA

1. Come indicare nome e cognome dei successori?
Per indicare il nominativo di eredi e legatari bisogna seguire lo stesso criterio con cui nome e cognome sono riportati sul tesserino del codice fiscale o sulla tessera sanitaria: le lettere accentate devono essere digitate nella modalità “lettera + apostrofo” (a', e', eccetera) e non nel “formato classico” (à, è, eccetera).

2. Devono essere indicate anche le servitù?
Di solito le servitù (che non risultano dal Catasto) non sono oggetto di dichiarazione di successione, perché sono gravami o vantaggi relativo a un fondo e non una prerogativa personale del proprietario. Unica eccezione (marginale) è il caso in cui il de cuius le istituisca per testamento, ad esempio sotto forma di legato.

3. Come fare se il de cuius era titolare di metà immobile in comunione dei beni e in visura compare per il 100% solo il coniuge superstite?
Se la dichiarazione viene presentata prima che il Catasto recepisca l’istanza per inserire in visura i coniugi al 50%, va barrata la casella «Discordanza dati intestatario» compilando il quadro EI e allegando i documenti (istanza compresa).

4. È possibile utilizzare ancora il modulo cartaceo?
A partire da gennaio 2019 la dichiarazione è solo telematica. Il modello cartaceo va usato solo se il decesso è avvenuto prima del 3 ottobre 2006. E può essere spedito (tramite raccomandata o altro mezzo equivalente da cui risulti data certa) all’ufficio dell’Agenzia in relazione all’ultima residenza nota del defunto.

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