Adempimenti

Dal contante al bonus Pos: le altre misure nel decreto Aiuti quater

Sale da subito a 5mila euro la soglia per l’uso del contante. Welfare aziendale esentasse fino a 3mila euro. Nasce un bonus fino a 50 euro per le spese legate ai pagamenti elettronici

Non solo aiuti contro il caro energia. Nel decreto legge Aiuti quater sul tavolo del Consiglio dei ministri dell’10 novembre anche una serie di altre misure «urgenti»: dall’aumento del tetto al contante, all’ampliamento dell’area esentasse dei fringe benefit. Misure che per effetto del decreto entreranno in vigore da subito. Vediamo quelle di carattere fiscale o economico in sintesi.

Tetto al contante e bonus Pos

Il governo gioca d’anticipo sulla manovra e nel nuovo decreto Aiuti aumenta da 1.000 a 5.000 euro il tetto all’uso del contante. Un limite di compromesso tra la voglia della Lega di innalzare il tetto a 10mila euro e le altre forze della maggioranza che non vogliono abbassare troppo la guardia su evasione e riciclaggio. Allo stesso tempo il Governo per incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici rilancia il bonus fiscale per le partite Iva che installano un apparecchio per gli scontrini digitali. Per il 2023 è concesso un contributo per adeguare gli strumenti utilizzati per la memorizzazione e la trasmissione telematica degli scontrini. Il bonus, da utilizzare in compensazione come credito d’imposta, è pari al 100% della spesa sostenuta, per un massimo di 50 euro per ogni strumento e in ogni caso nel limite di spesa complessivo di 80 milioni.

La nuova soglia per il welfare aziendale

Sale da 600 a 3mila euro la soglia dei fringe benefit esentasse che le aziende possono concedere ai dipendenti nel periodo di imposta 2022, sotto forma di beni, servizi o somme per pagare le utenze domestiche di acqua, luce e gas. Nel decreto aiuti quater si amplia così la possibilità, per i datori di lavoro, di sostenere i dipendenti contro il caro bollette, facoltà che era stata introdotta dal Dl aiuti bis ricomprendendo le spese per le bollette nel perimetro del welfare aziendale che non concorre alla formazione del reddito imponibile ai fini Irpef. Prende corpo così quanto aveva anticipato mercoledì il ministro Giancarlo Giorgetti in audizione alle commissioni speciali di Camera e Senato, citando il modello tedesco: in Germania la coalizione semaforo ha infatti dato il via libera a un premio fino a 3mila euro “di compensazione dell’inflazione” che le imprese potranno erogare ai dipendenti entro dicembre 2024.

Liberalizzazione del gas rinviata al 2024

Nel pacchetto energetico contenuto nel Dl Aiuti Quater, spunta a sorpresa anche il posticipo di un anno della fine della maggior tutela gas fissata a gennaio 2023 e allineata ora, come peraltro chiesto anche dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera) in una recente segnalazione a governo e Parlamento, alla deadline prevista per la completa apertura del mercato elettrico (10 gennaio 2024). La stessa norma contiene poi un allungamento dei tempi previsti per il servizio di riempimento di ultima istanza degli stoccaggi a opera del Gse (dal 31 dicembre al 31 marzo 2023). E viene poi posticipato il periodo fissato per la restituzione del prestito infruttifero (4 miliardi) assicurato alla controllata del Mef: non più entro il 20 dicembre, come prevedeva il primo Decreto Aiuti, ma entro il prossimo 15 aprile.

Sconto accise prorogato fino a dicembre

Il decreto Aiuti quater contiene anche l’estensione dello sconto sui carburanti che sarà prolungato dal 19 novembre al 31 dicembre. L’ulteriore proroga, si legge nell’articolo 2 della bozza, costerà 1,36 miliardi di euro per il 2022 e 62,3 milioni per il 2024. La norma prevede quindi che, fino a fine anno, le aliquote di accisa diventino per la benzina 487,40 euro per mille litri; per gli oli da gas o gasolio usato come carburante 367,40 euro per mille litri; per il gas di petrolio liquefatti (Gpl) usati come carburanti 182,61 euro per mille chilogrammi; per il gas naturale usato per autotrazione, infine, zero euro per metro cubo. Come nei precedenti decreti adottati fin qui, anche l’aliquota Iva applicata al gas naturale usato per autotrazione resta fissata al 5 per cento.

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