Controlli e liti

Concordato preventivo, contraddittorio per evitare liti

Non riscossi 1.153 miliardi: dalla riforma un input alla semplificazione

di Giovanni Parente

La fase propedeutica del concordato preventivo rappresentata dal contraddittorio si concluderà con una proposta dell’agenzia delle Entrate. Il contraddittorio sarà finalizzato a evitare possibili controversie, anche perché «il contenzioso vuol dire comunque una mancata entrata, una congestione degli uffici giudiziari». Di fatto, il contraddittorio sarà un passaggio con cui, dall’analisi dei dati disponibili, il Fisco indicherà un reddito imponibile a cui il contribuente dovrà adeguarsi per il biennio successivo, se appunto si impegnerà con il concordato. «Non si tratta però di coprire eventuali sottrazioni di anni precedenti». È lo scenario delineato dal direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, in risposta alle domande dei deputati della commissione Finanze della Camera, in cui è intervenuto in audizione.

Un’occasione in cui Ruffini ha ricordato che il cosiddetto «magazzino» dei crediti non ancora recuperati da agenzia delle Entrate Riscossione (Ader) vale 1.153 miliardi di euro (dato al 31 dicembre 2022). Per questo il Ddl delega si propone di «semplificare il sistema nazionale della riscossione ed incrementarne l’efficienza». Semplificazione che dovrà riguardare anche l’Irpef per cui il principio di universalità risulta «attualmente minato dalla previsione di specifiche esenzioni e dal ricorso all’imposizione sostitutiva per distinte tipologie di reddito che provocano una distorsione del sistema, per cui, a parità di reddito individuale, l’imposizione fiscale può non essere la medesima».

Un fronte caldo resta poi la razionalizzazione delle sanzioni, contraddistinte da «un sistema farraginoso» che ha comportato anche l’accumularsi del magazzino della riscossione e «su cui va messo mano» ma «questo spetta al Parlamento».

Mentre l’Agenzia prepara su richesta del Governo i nove Testi unici da cui partirà l’attuazione della delega fiscale (come già anticipato nel corso del convegno organizzato l’11 maggio dal Gruppo 24 Ore presso l’università Roma Tre), Ruffini si è anche espresso sul tema caro a uno dei due relatori del Ddl (il leghista Alberto Gusmeroli) sulla rateizzazione di acconti/saldi d’imposta: «I versamenti periodici sono sicuramente un modo per consentire ai contribuenti di non aspettare periodi pre-estivi e pre-natalizi con l’ansia di acconti e saldi che privano di disponibilità finanziaria nella quotidianità». Una possibilità che consentirebbe di diluire le scadenze, ma l’auspicio di Ruffini è che «non sia opzionale perché diventa complesso monitorare le entrate e gestire la platea dei contribuenti».

Sull’autotutela, ha sottolineato il direttore dell’Agenzia, «ben venga qualunque forma di disciplina e di ausilio a questo istituto, che non sempre è facilmente utilizzato e inquadrato» ed è «auspicabile che i termini processuali siano sospesi in pendenza di trattazione, ma su questo serve una norma».

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