Imposte

Acconti e saldi Irpef verso la scadenza mensile

Lo prevede la delega fiscale che ha avuto il primo ok alla Camera e ora passa al Senato. Resta il metodo previsionale. Riduzione della ritenuta solo senza maggiori oneri per le casse pubbliche

di Giuseppe Morina e Tonino Morina

I versamenti Irpef si potranno fare in rate mensili. È quanto prevede la delega fiscale che ha avuto mercoledì 22 giugno il primo ok dall’Aula della Camera (322 i voti a favore, 43 i contrari e 5 gli astenuti) e che ora passa all’esame del Senato (per la ricostruzione dei contenuti si veda anche l’articolo di Nt+ Fisco).

Cambieranno quindi le norme vigenti, che prevedono di pagare il saldo annuale Irpef e il primo acconto entro il 30 giugno, o entro il 30 luglio, con lo 0,40 per cento in più, e il secondo acconto entro il 30 novembre, in unica soluzione. Per il saldo e per il primo acconto, è possibile eseguire i pagamenti in modo rateale, con l’applicazione degli interessi nella misura del 4% annuo, fermo restando che l’ultima rata dovrà essere pagata entro il 16 novembre per i titolari di partita Iva ed entro il 30 novembre per i non titolari di partita Iva.

L’obiettivo della legge delega è quello di razionalizzare e semplificare il sistema tributario, con riferimento agli adempimenti dichiarativi e di versamento a carico dei contribuenti, al fine di ridurre i costi di adempimento, di gestione e di amministrazione del sistema fiscale, anche attraverso il rigoroso rispetto, da parte dell’amministrazione finanziaria, del divieto di richiedere al contribuente documenti già in possesso delle amministrazioni pubbliche ed estendendo la possibilità di ottemperare agli adempimenti tributari in via telematica.

Nel rispetto di tale principio, con specifico riferimento alle modalità di versamento dell’Irpef dovuta dai lavoratori autonomi, dagli imprenditori individuali e da tutti i contribuenti a cui si applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale, mantenendo l’attuale sistema di calcolo del saldo e degli acconti anche previsionale, senza penalizzazioni per i contribuenti rispetto alla normativa vigente, la legge prevede una più equa distribuzione del carico fiscale nel corso del tempo, anche attraverso un meccanismo di progressiva introduzione della periodicità mensile degli acconti e dei saldi e l’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto, senza maggiori oneri per la finanza pubblica.

In base alle regole attuali, si ricorda che, per determinare l’acconto, i contribuenti dispongono di due metodi di calcolo: lo «storico» basato sui dati dell’anno precedente, e il «previsionale» basato sul minore reddito dell’anno in cui si versa l’acconto. L’acconto è dovuto per l’anno in cui si versa ed è una quota percentuale dei tributi e delle altre somme relative all’anno precedente. In base alle norme vigenti, ad esempio, l’acconto Irpef è pari al 100% dell’imposta dichiarata nell’anno e deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo:

● con unico versamento, entro il mese di novembre, se l’acconto è inferiore a 257,52 euro;

● in due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro; la prima rata, pari al 40%, da versare insieme al saldo relativo all’anno precedente, la seconda, cioè il restante 60%, entro il mese di novembre.

Resta fermo che, per i soggetti Isa, l’acconto si paga in due rate ciascuna nella misura del 50%.

L’acconto Irpef non è dovuto se l’imposta relativa al periodo precedente – al netto di detrazioni, crediti e ritenute d’acconto – è di ammontare non superiore a 51,65 euro. Sono anche esonerati i contribuenti che non avranno redditi per l’anno successivo rispetto all’anno in cui sono titolari di redditi, o che sono certi di chiudere le dichiarazioni da presentare l’anno successivo con differenze a credito. Inoltre, beneficiano dell’esonero gli eredi, in relazione ai redditi posseduti dal contribuente deceduto, in caso di successione che si è aperta durante il periodo d’imposta in corso alla data stabilita per il versamento dell’acconto.

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