Analitico-induttivo anche con prelievi ridotti dai conti della Snc
I prelevamenti di ridotto ammontare dai conti correnti della Snc da parte dei suoi soci costituiscono una presunzione qualificata, seppur fondata su un unico elemento indiziario grave e preciso, che consente al Fisco di rideterminare induttivamente il reddito d’impresa della società. Così si è pronunciata la Suprema corte con l’ordinanza 11799/2019.
Con l’accertamento analitico-induttivo, l’ufficio procede alla rettifica di componenti reddituali, ai sensi dell’articolo 39 comma 1, lettera d) del Dpr 600/1973 (per l’Iva, dell’articolo 54 del Dpr 633/1972) e pure in presenza di contabilità formalmente tenuta e, tuttavia, contestabile in forza di valutazioni condotte sulla base di presunzioni gravi, precise e concordanti, che facciano seriamente dubitare della completezza e fedeltà della contabilità esaminata, sicché essa possa essere considerata, nel suo complesso, inattendibile (Cassazione 10212/2018).
Questo vale tanto più quando la contestazione riguardi l’antieconomicità del comportamento imprenditoriale, sicché in tali casi è consentito dubitare della veridicità delle operazioni dichiarate e rideterminare presuntivamente il reddito mediante l’utilizzo, ad esempio, delle percentuali di ricarico, con conseguente spostamento dell’onere della prova a carico del contribuente (Cassazione 16635/2018, 12416/2018, 20627/2017, 22465/2015).
Se per fare una presunzione qualificata, utilizzabile in sede di accertamento analitico-induttivo, occorrono i requisiti di gravità, precisione e concordanza, la Corte, tuttavia, ha reiteratamente ribadito che il convincimento del giudice in ordine al raggiungimento della prova di un fatto può fondarsi anche su una sola presunzione semplice, purché sia grave e precisa, in quanto il requisito della concordanza ricorre solo nel caso di concorso tra più circostanze presuntive (Cassazione 30804/2017 e 953/2018).
In precedenti pronunce, la Corte aveva già individuato degli elementi presuntivi che - anche singolarmente - sono idonei a sorreggere l’accertamento analitico-induttivo, in assenza di adeguata controprova da parte del contribuente: si tratta, ad esempio, della percentuale di ricarico medio rideterminata dall’Ufficio (Cassazione 43/2019), nonché del numero dei tovaglioli di carta utilizzati per la ricostruzione indiretta dei ricavi di un ristorante (il «tovagliometro», Cassazione 16981/2018).
Con la sentenza qui commentata i giudici di legittimità hanno individuato un ulteriore elemento indiziario che - anche da solo - può costituire una presunzione qualificata idonea a sorreggere l’accertamento analitico-induttivo: i prelevamenti dei soci, di ridotto ammontare, dai conti della Snc.
In effetti, è normale trovare nelle contabilità delle società di persone i prelevamenti dei soci dai conti della società, a titolo di acconto, magari mensile, sugli utili da distribuire a fine anno, mentre è sintomatico e anomalo riscontrare l’assenza di tali prelevamenti o la loro presenza con ammontare ridotto rispetto agli importi dell’attività esercitata. Però da qui ad affermare che ciò possa costituire una presunzione legittimante un accertamento non induttivo puro, ma solo analitico-induttivo pare forse eccessivo.