Imposte

Banche, la variabile fiscale guida riorganizzazioni e adeguatezza patrimoniale

Terza edizione per il volume «La tassazione delle banche» edito dal Sole 24 Ore e scritto dagli esperti di PwC Tls

di Fabrizio Acerbis * e Alessandro Catona **

La terza edizione del libro «La tassazione delle banche», edito dal Sole 24 Ore, vede la luce in un momento molto delicato per il sistema bancario italiano. Il settore è in fase di progressiva aggregazione, pretesa dai regolatori, ma soprattutto imposta dal mercato.

Per svolgere l’attività bancaria classica di erogazione del credito sono necessari grandi volumi per abbattere i crescenti costi fissi (tra cui quelli di compliance richiesti da un framework via via più complesso) e una diversificazione del business con l’acquisto o il rafforzamento delle fabbriche prodotto parabancarie e assicurative (molto più remunerative in questo ciclo economico).

In questo contesto, la variabile fiscale ha assunto nei recenti anni di crisi un ruolo fondamentale: nei bilanci degli istituti bancari sono presenti ingenti quantità di “crediti” fiscali potenziali rappresentati dalle Dta (deferred tax asset). Potenziali benefici connessi a future riduzioni delle imposte per deduzioni di oneri o perdite fiscali.

Dai bilanci dei primi dieci gruppi bancari italiani, chiusi al 31 dicembre 2020, risulta un importo complessivo di Dta di 41 miliardi di euro (di cui 25 miliardi trasformabili in crediti d’imposta). Queste poste sono ormai divenute un driver di decisione nelle operazioni di aggregazione e uno strumento di agevolazione da parte del legislatore (pur con tutti i limiti e i vincoli di un mercato complesso inserito in un rigido framework normativo europeo). Si pensi alle recenti norme di agevolazione delle aggregazioni aziendali, dove si premia l’azienda aggregante con il diritto a trasformare parte delle Dta connesse alle perdite fiscali. Oppure alle agevolazioni connesse alla cessione di crediti deteriorati, premiate con meccanismi simili. Si tratta di agevolazioni che facilitano la banca a rafforzare il proprio patrimonio di vigilanza, contrastando la congiuntura economica negativa, e a migliorare gli indici economici.

Oltre alle agevolazioni, non si può ignorare il fatto che la fiscalità delle aggregazioni in un mercato complesso come quello bancario deve affrontare scenari sino ad oggi rari e inusuali, dove sempre più spesso realizza perdite chi cede e utili chi compra.

Le banche hanno sempre più a che fare con badwill, invece di avviamenti, con aspetti inediti sia in termini di tassazione diretta della plusvalenza (pertinenza del cessionario/aggregante) e della minusvalenza (realizzata dal cedente/aggregato), sia in termini di fiscalità indiretta (si pensi alle imposte d’atto) e, infine, in relazione ai regimi opzionali (affrancamento e riallineamenti). Si tratta di fattispecie nuove che non hanno ancora trovato una puntuale regolamentazione, lasciando gli operatori nell’incertezza.

A questo si affiancano le complessità connesse ai regimi fiscali adottati: si pensi all’integrazione di consolidati fiscali con perdite ed eccedenze Ace ai fini Ires (con la gestione parallela ed isolata dell’addizionale Ires), oppure alla fusione di gruppi Iva a cui partecipano decine di società, senza dimenticare l’integrazione della fiscalità dei prodotti (dalle sostitutive sui finanziamenti all’imposta di bollo).

Sempre più spesso si richiede alla funzione fiscale della banca, da un lato, di comprimere i costi, e, dall’altro, di agire in modo dinamico e strategico per non perdere opportunità (o evitare minacce).

Per questi motivi, il ruolo strategico che la variabile fiscale ha ormai assunto deve essere correttamente valutato e gestito. Da variabile connessa a profili di pura conformità a driver rilevante, a volte decisivo, nei processi di riorganizzazione e aggregazione.

Terza edizione sugli istituti bancari
«La tassazione delle banche» è un volume edito da Il Sole 24 Ore e giunto alla terza edizione. È stato scritto dagli esperti di PwC Tls con la collaborazione dei responsabili dell’area fiscalità corporate di alcune delle principali banche italiane (Banco Bpm, Bper, Carige, Creval, Fineco, Intesa Sanpaolo, Mps, Unicredit) e delle associazioni di settore (Abi, Acri, Federcasse)

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