Bonazzi (Odcec Bologna): «Il cuneo fiscale resta una zavorra per le imprese»
«Questo è un territorio competitivo e a volte vincente rispetto a molti Land tedeschi, grazie soprattutto a degli imprenditori illuminati. Il sistema fiscale e la nostra professione non dovrebbero fare altro che assecondare questa spinta alla ricerca, all’innovazione, in una parola all’internazionalizzazione».
Alessandro Bonazzi, 52 anni, da 21 mesi presidente dell’ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Bologna, apre in modo molto diretto il convegno dell’Odcec organizzato in collaborazione con il Gruppo 24 Ore e incentrato sulle novità fiscali e i controlli sulle dichiarazioni dei redditi 2018.
Appunto. Il tema fiscale dalla scorsa primavera resta caldissimo. Qual è la sua posizione sulle proposte del governo?
Un passo indietro. In questo momento più ancora che in altri della storia recente è indispensabile recuperare il rapporto tra le professioni e la politica, una corretta interlocuzione tra le parti. Troppe volte in passato abbiamo visto venire alla luce norme senza un giusto confronto e senza un corretto ascolto delle professioni, con risultati di scarsa efficienza e/o di difficile applicabilità.
Fatta questa premessa cosa pensa della flat tax e più in generale della fiscalità d’impresa?
Io credo che le imprese vanno bene se e in quanto ben gestite, con una corretta programmazione , organizzazione, investimenti. Dentro questa cornice la leva fiscale è un mezzo che può agevolare il raggiungimento del fine, oppure ostacolarlo. Credo che tutti siamo d’accordo sulla prima opzione. E comunque il tema della fiscalità è la base impositiva, non l’aliquota settoriale.
Cosa intende?
Voglio dire che la tassazione sulle società oggi è al 24%, non così diversa dagli altri paesi omogenei per sviluppo e mercato. Il problema è che quell’aliquota è solo una piccola parte del peso fiscale, cioè il cosiddetto cuneo, che rappresenta i due terzi del reddito. Eccessivo, no? Credo che l’impegno dei prossimi mesi debba essere concentrato su questo aspetto che è la vera zavorra competitiva per le nostre imprese.
Aspetto ugualmente importante, e ormai quasi retorico nell’agenda, è la semplificazione...
Qui si è avuta spesso la sensazione di un allontanamento dall’obiettivo, quasi una costante eterogenesi dei fini di tante riforme. La verità risaputa è che molte volte il peso della semplificazione amministrativa è stato semplicemente scaricato sugli studi professionali.
Come per l’e-fattura?
Nonostante tutto credo che questa sia più un’opportunità che un peso. Gli stessi problemi si posero anche nel 1972, quando nacque la fatturazione. Oggi il commercialista deve essere un consulente in grado di risolvere immediatamente tutti i problemi dell’impresa.