Imposte

Bonus acqua potabile, al via fino a fine mese la comunicazione delle spese 2022

Si apre la finestra per il credito di imposta del 50% per l’acquisto di sistemi di filtraggio e mineralizzazione dell’acqua del rubinetto riconosciuto a società, privati e professionisti

di Valeria Uva

Si apre il 1° febbraio 2023 e si chiude a fine mese la finestra temporale per il bonus acqua potabile. Da oggi e fino al 28 febbraio, infatti, i soggetti interessati che hanno sostenuto nel 2022 spese per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica alimentare possono comunicare alle Entrate tramite un apposito modello, l’ammontare delle spese sostenute per ottenere un credito di imposta che, in teoria, è del 50% delle spese, salvo ripartizione in caso di esaurimento del plafond. Il bonus è stato riconosciuto in chiave anti spreco, di lotta alla plastica.

I soggetti interessati

Oltre alle persone fisiche il bonus spetta anche ai professionisti, alle imprese individuali, alle società e agli enti commerciali e non commerciali. Per le persone fisiche il tetto massimo comunque rimborsabile è di mille euro per ciascuna unità immobiliare e, per gli altri soggetti, è di 5mila euro per ciascun immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale.

La procedura

Il bonus, previsto dall’articolo 1 commi 1087 e 1089, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 per gli anni 2021-2022 è stato poi prorogato anche per il 2023. Ma con un plafond di soli 1,5 milioni contro i cinque iniziali. Questo di fatto implicherà che, una volta raccolte le comunicazioni, l’Agenzia calcolerà il totale delle richieste e in caso, probabile, di superamento del plafond, procederà a una ripartizione percentuale del tax credit (negli anni scorsi la percentuale riconosciuta si è aggirata intorno al 30 per cento). A dettare regole e condizioni per l’accesso al bonus acqua potabile è il provvedimento del direttore delle Entrate del 16 giugno 2021 (Prot. n. 153000/2021)

La spesa va documentata con fattura elettronica o documento commerciale in cui sia riportato il codice fiscale di chi richiede il credito. Per i soggetti non obbligati ad emettere fattura elettronica, basta una fattura ordinaria, con indicazione del codice fiscale del beneficiario (circolare 14/E). I privati devono effettuare il pagamento con versamento bancario o postale o con altri sistemi di pagamento diversi dai contanti.

L’utilizzo

Le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo utilizzano il credito d’imposta nella propria dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento delle spese agevolabili e in quelle successive fino a quando non se ne conclude l’utilizzo, o in compensazione tramite F24. Gli altri beneficiari utilizzano il credito esclusivamente in compensazione.

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