Bonus prima casa, antieconomicità, accertamento induttivo: le massime dell’ultima settimana di Cassazione
Dalle conseguenze della revoca delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa alle contestazioni di antieconomicità in presenza di lavoratori non regolarizzati. Senza dimenticare la richiesta di fallimento da parte del Pm in caso di insolvenza appresa da indagini presso terzi. La rassegna delle principali sentenze di Cassazione in materia tributaria e societaria nella settimana dal 30 gennaio al 3 febbraio.
ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO
Bonus prima casa, decadenza triennale per l’imposta complementare
Il registro dovuto a seguito della revoca delle agevolazioni prima casa ha natura di imposta complementare e l’Amministrazione la deve ricuperare a pena di decadenza entro tre anni decorrenti dalla data di registrazione dell’atto di compravendita.
■ Cassazione, sentenza 2400/2017
I requisiti sopravvenuti per i ricavi «fissano» l’anno d’imposta
La sopravvenuta presenza dei requisiti di certezza e oggettiva determinabilità dei ricavi conseguiti obbliga la loro inclusione nel periodo d’imposta in cui si realizzano così che l’eventuale suo disconoscimento ad opera dell’Amministrazione genera un’illegittima duplicazione di imposta.
■ Cassazione, sentenza 2442/2017
No all’induttivo ai lavoratori in «nero» impiegati per pochi mesi
L’utilizzo di due soli lavoratori in nero ed il loro impiego per poche mensilità ciascuno su un totale di quarantanove addetti impiegati nell’intero periodo non giustifica l’inattendibilità delle scritture contabili così da legittimare l’accertamento induttivo a meno che l’Amministrazione non motivi la sufficienza e la gravità di tale violazione.
■ Cassazione, sentenza 2466/2017
Solo con recuperi ragionevoli è insindacabile la rettifica
Il contribuente non può contestare a priori il tipo di accertamento adottato dall’Amministrazione ma solo a posteriori a condizione però che i recuperi siano irragionevoli ed incongrui rispetto ai dati di comune esperienza e tutto ciò deve essere valutato dal giudice di merito.
■ Cassazione, sentenza 2873/2017
L’antieconomicità legittima il recupero dell’Iva detratta
Anche in caso di presunta antieconomicità dell’operazione la detrazione dell’Iva sugli acquisti non può essere ricuperata dall’Amministrazione in capo al cessionario attribuendo un minor valore al bene e/o servizio acquistati poiché deve preventivamente essere dimostrato che l’imprenditore ha agito fraudolentemente o abusivamente.
■ Cassazione, sentenza 2875/2017
SOCIETÀ E BILANCI
L’insolvenza da indagini presso terzi non blocca la richiesta di fallimento
Il Pubblico ministero può chiedere il fallimento dell’imprenditore anche se ha appreso la notitia decoctionis nel corso di indagini svolte nei confronti di soggetti diversi perché la sua legittimazione deriva dall’apprendimento in sede istituzionale di tale notizia.
■ Cassazione, sentenza 2228/2017
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