Calendario no stop per rottamare le cartelle esattoriali
Si potrebbe parlare di eterogenesi dei fini. Se l’internto di Governo e Parlamento è di ampliare il più possibile la riapertura della rottamazione delle cartelle, la conseguenza non preventivabile è quella di aver determinato un calendario che lascia poco spazio a tregue o pause di riflessione. Ancor di più dopo il via libera in prima lettura del Senato al decreto fiscale (ora sarà la Camera a doverlo esaminare) che ha riscritto le scadenze. Insomma, si profila un vero e proprio tour de force che comincia il 7 dicembre, con il termine (posticipato proprio ora in sede di conversione) per chi vuole rimettersi in carreggiata dopo aver saltato i primi due versamenti della prima rottamazione, e finisce il 28 febbraio 2019 con l’eventuale quinta e ultima rata per chi aderirà ora.
VEDI IL GRAFICO: Il calendario della nuova rottamazione
Ci sono, infatti, almeno tre profili in questa versione «2.0» della definizione agevolata delle cartelle dell’ex Equitalia, che consente di chiudere i conti non pagando sanzioni e interessi di mora per i debiti con il Fisco (per le multe stradali, invece, lo sconto riguarda solo interessi e maggiorazioni di legge). Vediamoli nel dettaglio.
I contribuenti che hanno fatto domanda di adesione alla prima “edizione” (la scadenza era il 21 aprile scorso) ed entro il 7 dicembre potranno recuperare gli omessi o parziali versamenti delle prime due rate scadute a fine luglio e il 2 ottobre.
I contribuenti che sono stati esclusi dalla prima rottamazione perché al 24 ottobre 2016 avevano piani di rateazione in corso con l’ex Equitalia e non erano in regola con i pagamenti delle rate scadute entro fine dell’anno scorso.
Tutti coloro che hanno carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio al 30 settembre 2017 o carichi relativi agli anni 2000-2016, che non hanno però aderito alla prima rottamazione.
Per ciascuna categoria ci sono scadenze precise da seguire, come si legge nel grafico qui a fianco. È bene considerare, però, che non si tratta di tre platee distinte: un contribuente che ha già fatto domanda di adesione alla rottamazione “2016” per vecchi debiti, potrebbe ad esempio ricevere una nuova cartella affidata all’agente della riscossione nei primi nove mesi di quest’anno e, dunque, se intende aderire alla rottamazione “2017”, dovrà presentare una nuova domanda entro il prossimo 15 maggio. E i due debiti seguiranno percorsi distinti.
Il gettito atteso
Dalla seconda edizione della rottamazione il Governo attende un incasso complessivo di poco più di 2 miliardi tra il 2018 e il 2019: la fetta più grossa (1,34 miliardi) dovrebbe arrivare dalla definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio al 30 settembre 2017, perché si riferisce effettivamente a contribuenti “nuovi”, non coperti dalla precedente edizione della rottamazione (riferita agli anni 2000-2016). Una stima che arriva dal calcolo dei carichi affidati dagli enti impositori alla riscossione nei primi nove mesi dell’anno, che superano i 55 miliardi di euro. Cifra dalla quale la relazione tecnica al maxiemendamento sottrae quasi 3,9 miliardi imputabili agli sgravi (ossia le somme su cui sono gli stessi enti impositori a far dietrofront riconoscendo l’infondatezza della contestazione) e le somme già pagate con la riscossione ordinaria. Ai 51,1 miliardi residui è stato applicato un coefficiente di adesione di circa il 2,6% che appunto porta agli 1,34 miliardi totalmente attesi.
Dal ripescaggio dei contribuenti esclusi dalla prima rottamazione si attendono invece 518 milioni sempre tra il 2018 e il 2019. Mentre è prevista un’adesione più limitata, di 25mila richieste, per la riapertura della rottamazione in riferimento ai carichi 2000-2016. Questa nuova chance dovrebbe fruttare 209 milioni di incassi, perché effettivamente si riferisce ai contribuenti “interessati” dalla prima rottamazione, che magari non erano riusciti a presentare la domanda entro il 21 aprile scorso.
I debiti con i Comuni
Fin qui la rottamazione delle somme riscosse tramite ruolo. Ma il passaggio al Senato del decreto fiscale ha aperto la possibilità per i Comuni e per gli altri enti territoriali di sfruttare la rottamazione anche se non lo hanno fatto nella prima edizione. Il perimetro di riferimento riguarda le multe e i tributi locali non riscossi con provvedimenti di ingiunzioni fiscali notificati entro il 16 ottobre scorso. Le amministrazioni locali potranno decidere di aderire alla procedura entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del Dl fiscale (a conti fatti ci sarà tempo fino a circa la prima metà di febbraio). Ma per i contribuenti si preannuncia un calendario “stretto” perché le rate non potranno superare il termine del 30 settembre 2018.
VEDI IL GRAFICO: Il calendario della nuova rottamazione