Controlli e liti

Cartelle, scambio dati e fattura elettronica per tracciare i morosi

Nell’ipotesi di riforma azioni esecutive più mirate grazie all’uso dei database

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Sfruttare a pieno le potenzialità dell’incrocio dei dati, implementando le informazioni disponibili con la fattura elettronica e potendo contare su informazioni sempre aggiornate nell’Anagrafe dei conti correnti. La riforma della riscossione passa anche da un recupero di efficienza ed efficacia, come evidenziato dal ministro dell’Economia Daniele Franco in audizione davanti alle commissioni Finanze di Camera e Senato il 22 luglio. Recupero che passa anche attraverso la digitalizzazione come sottolinea la relazione depositata in Parlamento dallo stesso ministro, in linea con quanto previsto dal primo decreto Sostegni (Dl 41/2021).

Una relazione che dal punto di vista numerico conferma le difficoltà accumulatesi negli anni di riscuotere gli importi affidati dagli enti “titolari” dei crediti, siano essi di natura fiscale o meno come ad esempio le multe stradale. Per aggredire la montagna di 999,1 miliardi accumulatisi dall’anno 2000, si rende necessaria una svolta. Svolta che passa dallo svuotamento del magazzino. Sul tavolo sono state prospettate due ipotesi: la prima prevede il discarico dei crediti residui al 31 dicembre 2025 mentre la seconda stabilisce un meccanismo più soft distribuito su tre passaggi (entro il 31 dicembre 2023 per i crediti affidati dal 2000 al 2010, entro il 31 dicembre 2025 per i crediti affidati dal 2011 al 2015, entro il 31 dicembre 2026 per i crediti affidati dal 2016 al 2026). Ma anche per il futuro c’è una proposta in campo per prevedere il discarico automatico degli importi non riscossi al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello dell’affidamento o dall’ultima azione che ha avuto un esito parzialmento positivo, naturalmente prevedendo delle eccezioni per situazioni su cui il recupero resta possibile.

Ma per il futuro, come anticipato, la vera scommessa sta nella digitalizzazione e un utilizzo sempre più mirato delle banche dati. A partire dall’Anagrafe dei conti correnti, su cui però è necessaria una modifica normativa per estendere i dati comunicati dagli intermediari finanziari anche alla possibilità di effettuare rimborsi e di consentire all’agente della riscossione di procedere su quei rapporti effettivamente capienti. Questo, di fatto, consentirebbe di attivare procedure di pignoramento che poi rimangono infruttuose perché il conto o il rapporto finanziario del debitore è stato “svuotato”. Ma oltre alla quantità dei dati si pone anche una questione di frequenza di trasmissione per avere un quadro sempre aggiornato sulle effettive disponibilità finanziarie.

L’altro grande potenziale informativo è rappresentato dalla fattura elettronica. Questo permetterebbe alla riscossione di intervenire con procedure mirate di pignoramento dei rapporti commerciali del debitore con soggetti terzi evitando così l’acquisizione delle stesse informazioni con il più invasivo accesso “fisico” nei locali dell’attività svolta. Un’apertura simile però andrebbe mitigata in ottica privacy. Ad esempio, le limitazioni ipotizzate riguardano l’utilizzo della possibilità per ruoli non pagati superiori a 50mila euro, fissando una data di inizio e comunque non prima della fase emergenziale collegata al Covid-19 e circoscrivendo solo ai rapporti continuativi, ad esempio per almeno 10 fatture tra gli stessi soggetti.

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