Professione

Commercialisti, parte il consulto sulla riforma dell’ordinamento

di Federica Micardi

I commercialisti danno il via alla riforma dell’ordinamento professionale. Un restyling che, dopo dieci anni dalle ultime modifiche, consentirà di correggere le criticità emerse in questi anni e di porre le basi per il futuro della categoria.

Ieri il Consiglio nazionale ha inviato un’informativa agli ordini locali presentando una bozza di riforma e chiedendo pareri e suggerimenti.

Insieme al testo normativo c’è anche un documento che riepiloga i temi “politici”, sui quali si chiede l’opinione dei presidenti degli Ordini locali e quella dei loro iscritti. Gli argomenti sensibili riguardano l’elezione e la gestione degli ordini territoriali - che potrebbero essere accorpati - , il consiglio nazionale, dove si suggerisce, tra le altre cose, di ridurre il numero dei componenti, e tirocinio ed esame di stato, in questo caso si mette sul tavolo l’idea di allungare il primo a 36 mesi per allinearlo al tirocinio dei revisori e il secondo di ridurre a tre il numero delle prove: tre le possibili opzioni, mantenere lo status quo, abbracciare le modifiche suggerite dal Consiglio, proporne di nuove.

L’aver scelto un momento storico in cui la politica è “assente” non è un caso, spiega il presidente della categoria Massimo Miani: «abbiamo approfittato del fatto che al momento non c’è un interlocutore politico per avviare un dibattito interno, il quale è un passaggio necessario. La parte politica - aggiunge Miani - richiederà tempi lunghi, per cui accelerare in questa fase ci permetterà, forse, di concludere l’intero iter vedere se riusciamo a farlo in questo mandato», che scade nel febbraio 2021.

Nel testo predisposto dal Consiglio nazionale ci sono una serie di ipotesi «che permettono - spiega Miani - di avviare un dibattito partendo da una serie di ragionamenti e non da un foglio bianco».

Ai temi “politici” è stato dedicato un secondo documento, chiamato «Spunti per la discussione», con cui si chiede alla categoria se vuole che le cose restino come sono oppure cambino e, in questo secondo caso, vengono riassunte le proposte - riportate nella bozza di riforma - e viene chiesto di formularne di alternative.

Nella riforma proposta ci sono anche degli articoli dedicati alle società e/o associazioni tra commercialisti, elaborati seguendo il tracciato della professione forense. «Noi in questo momento abbiamo le società tra professionisti, che però non decollano - spiega Miani - perché hanno diversi punti da chiarire, come il regime fiscale per esempio. Abbiamo perciò deciso di disciplinare le società tra commercialisti per accelerare i tempi, se poi le Stp troveranno una normativa chiara le “Stc” potranno rientravi».

Viene anche trattato il tema delle specializzazioni ed è stata accolta la richiesta dell’Unione giovani di abbassare a due anni l’anzianità di iscrizione all’albo necessaria per specializzarsi.

Gli ordini, che sono espressamente inviati a confrontarsi con la base ed elaborare proposte scritte, hanno tempo fino al 24 giugno per avanzare idee, suggerimenti e pareri. Una data che consentirà al Consiglio di ordinare il materiale raccolto per l’assemblea dei presidenti convocata a Roma il 4 luglio e che, per la prima volta, sarà aperta, a tutti i commercialisti.

Le proposte di riforma del Dlgs 139/2005

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