Controlli e liti

Compensazioni, stretta sui crediti previdenziali: arriva il Daspo ai consulenti

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Una nuova stretta sulle compensazioni che nelle intenzioni del team economico del ministro Luigi Di Maio potrebbe portare al recupero di 5-7 miliardi di euro. Questa volta il faro sarà acceso sui crediti di natura contributiva, anche alla luce del peso crescente assunto dalle compensazioni per gli importi dovuti a Inail e Inps.

Un piano che si muove in un’ottica di medio periodo con la creazione di una piattoforma per la certificazione dei crediti da utilizzare in compensazione sulla falsa riga dei crediti commerciali vantati dalle imprese nei confronti delle pubbliche amministrazioni.

In attesa della sua realizzazione i cui tempi potrebbero essere «non eccessivamente dilatati», secondo il think tank voluto da Di Maio, si potrebbe intervenire con due misure di impatto immediato. Da un lato, il Daspo per i consulenti che «certificano in modo fraudolento crediti inesistenti». Dall’altro, una sorta di”bollino nero” sui Durc (documenti unici di regolarità contributiva) di soggetti associabili a «compensazioni da F24 con elevato profilo di rischio».

Piattaforma multi-livello

La piattaforma dei crediti contributivi è studiata come un meccanismo multi-livello. Un contenitore digitale capace di attingere alle diverse banche dati su lavoro e previdenza allo stato disponibili per Inps e Inail. I dati da incrociare sono tanti: da quelli delle buste paga e dei contributi versati a quelli dei collaboratori, da quelli sui controlli sui luoghi di lavoro alle informazioni sulle prestazioni occasionali. Un “cervellone” che dovrà concedere, quindi, un diploma di piena regolarità ai crediti per arginare il fenomeno crescente delle compensazioni indebite.

Ad attirare l’attenzione sul tema dei crediti contributivi è stata la dinamica sempre crescente delle compensazioni negli anni dal 2012 al 2018, che hanno visto aumentare da quasi 7,9 miliardi a 13,6 miliardi l’importo delle somme trasferite dall’agenzia delle Entrate all’Inps per gli importi utilizzati da imprese e contribuenti nel modello F24 di versamento. Incremento, come scrivono i tecnici di Di Maio, «non giustificato da nessun indicatore economico». E tra l’altro il ricorso all’utilizzo di crediti inesistenti o non spettanti, oltre a creare un danno per le casse dello Stato e per gli enti territoriali, genera «inaccettabili distorsioni economiche e lesioni al principio di concorrenza».

Il silenzio-assenso

Tuttavia per non paralizzare anche chi legittimamente opera sul mercato ed è in regola con i contributi, la piattaforma allo studio dovrebbe prevedere un meccanismo di silenzio-assenso in base al quale si possa procedere alla compensazione anche qualora la certificazione non arrivi «entro un termine predefinito».

Daspo per commercialisti e consulenti

Per arginare le compensazioni indebite si sta comunque studiando un doppio intervento a breve per fare in modo che il Durc rilasciato sia irregolare o negativo se sono state effettuate compensazioni ad alto rischio di evasione. L’altro intervento, invece, “colpirebbe” quei professionisti, come ad esempio commercialisti e consulenti del lavoro, che appongono un visto di conformità “infedele” e certificano in modo fraudolento crediti inesistenti. Il provvedimento nei loro confronti sarebbe un vero e proprio Daspo temporaneo o permanente a seconda della gravità della violazione.

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