Adempimenti

Comunicazioni Iva, il Fisco sbaglia a datare l’incarico all’intermediario

di Salvina Morina e Tonino Morina

Una data sbagliata può fare scattare la segnalazione di anomalia con conseguente lettera del Fisco. È quello che può capitare ai contribuenti che hanno inviato la comunicazione delle liquidazioni periodiche del primo trimestre 2017, il cui termine di scadenza, prima fissato al 31 maggio, è stato poi differito al 12 giugno. Con il nuovo adempimento, introdotto dal 2017, il Fisco diventa sempre più tecnologico e ai contribuenti non resta che adeguarsi velocemente per evitare il rischio di essere sanzionati. Ciò per la ragione che, se sbaglia il contribuente, il rischio di essere puniti è quasi scontato, mentre nessuna sanzione è prevista quando sbaglia l’ufficio.

Il cambio di mese

Un errore del Fisco è quello segnalato dai contribuenti che hanno inviato le comunicazioni delle liquidazioni periodiche del primo trimestre, obbligo che riguarda sia i contribuenti mensili, sia i contribuenti trimestrali. Nel modello compilato per il contribuente è specificato che l’impegno alla presentazione telematica della comunicazione è stato conferito all’intermediario, cioè al commercialista o ad altro professionista abilitato, nel mese di maggio o di giugno. Il fatto curioso è che, nel modello che viene acquisito nel cosiddetto cassetto fiscale, contenente i dati del contribuente, la data dell’impegno alla presentazione telematica della comunicazione viene corretta in maniera impropria, riportando il mese di gennaio, in luogo del mese di maggio o di giugno. Il rischio è che, a distanza di tempo, l’errore del Fisco potrebbe comportare una segnalazione di anomalia, con conseguente lettera dell'ufficio.

Le lettere del Fisco

Le lettere del Fisco iniziano con le parole “Gentile contribuente” alle quali fanno seguito le segnalazioni di anomalia, quali, ad esempio, quella di avere dimenticato di dichiarare alcuni redditi o di avere commesso qualche errore. Con queste lettere, in pratica, l’agenzia delle Entrate invita il cittadino ad avvalersi del ravvedimento. Come specificato nelle “lettere – invito” del Fisco, l’obiettivo è di instaurare un proficuo dialogo e favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari nell’ambito di un percorso di cambiamento dei rapporti tra Fisco e contribuenti. I contribuenti che si “dimenticano” di dichiarare qualche reddito o imponibile ai fini Iva e Irap, o commettono qualche errore sanzionabile, “sollecitati” dalla lettera del Fisco, potranno perciò avvalersi del ravvedimento per rimediare ad alcune dimenticanze o errori commessi. Insomma, il Fisco sollecita i contribuenti al “pentimento” spontaneo, per evitare l’emissione di accertamenti o di atti di contestazione sanzioni, con conseguenti inutili contenziosi. Le lettere del Fisco hanno l’obiettivo di introdurre nuove e più avanzate forme di comunicazione tra il contribuente e l’amministrazione fiscale, anche in termini preventivi rispetto alle scadenze fiscali, finalizzate a semplificare gli adempimenti, stimolare l’assolvimento degli obblighi tributari e favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili, allo scopo di agevolare la tax compliance. È per questo che l’agenzia delle Entrate mette a disposizione del contribuente, ovvero del suo intermediario, anche mediante l’utilizzo delle reti telematiche e delle nuove tecnologie, gli elementi e le informazioni in suo possesso riferibili allo stesso contribuente, acquisiti direttamente o pervenuti da terzi, relativi anche ai ricavi o compensi, ai redditi, al volume d’affari Iva, e al valore della produzione ai fini Irap, a lui imputabili, alle agevolazioni, deduzioni o detrazioni, nonché ai crediti d’imposta, anche qualora gli stessi non risultino spettanti. Il contribuente può segnalare all’agenzia delle Entrate eventuali elementi, fatti e circostanze dalla stessa non conosciuti.

L’errore del Fisco

La speranza è che l’errore dell’agenzia delle Entrate, che, nel modello di comunicazione delle liquidazioni periodiche, riporta il mese di gennaio, in luogo di quello di maggio o giugno, come data dell’impegno alla presentazione telematica della comunicazione, non faccia poi emergere una segnalazione di anomalia. In questo caso, l’errore è del Fisco, ma, come si è detto, lo stesso, anche se sbaglia, non rischia alcuna sanzione.

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