Il concordato preventivo biennale, introdotto nel mese di febbraio 2024 come uno dei perni della riforma fiscale, rappresenta una misura attesa, che il decreto istitutivo ha configurato come uno strumento di accertamento preventivo su base volontaria destinato alle attività economiche di piccole e medie dimensioni senza che vi sia associata, almeno allo stato attuale, una riduzione della tassazione. Per la numerosa platea dei contribuenti interessati e per le sue implicazioni sistematiche, la disciplina pare al momento incompleta ed incerta, ma soprattutto in ritardo per consentirne la consapevole applicazione con effetto a partire dal 2024. Le metodologie alle quali la legge rinvia sono state approvate solo di recente, ma con atti regolamentari e il decreto correttivo all'esame del Parlamento affronta, almeno nel testo approvato dal Governo, solo alcune delle criticità del nuovo istituto.
Il concordato preventivo biennale nel quadro della riforma del sistema fiscale
Il concordato preventivo biennale, a lungo annunciato come uno dei perni della riforma fiscale in atto, è stato introdotto con l’articolo 6 e ss. del Dlgs 12 febbraio 2024, n. 13.
Nonostante che l'idea di una tassazione concordata possa indurre i contribuenti ad attendersi una tassazione più mite rispetto a quella ordinaria, il nuovo istituto non prevede...