Conteggi standard per ridurre i tempi
Complessità nei calcoli e ritardi nella chiusura dei ruling: sono i due principali del patent box. A due anni di distanza dal completamento dei fascicoli riguardanti le opzioni formulate a decorrere dal 2015, un numero elevato di ruling attende ancora la firma finale e i contraddittori con gli uffici proseguono con analisi che impegnano notevolmente sia i contribuenti che i funzionari del Fisco.
Il sondaggio svolto dal Sole 24 Ore tra i professionisti ha evidenziato come siano proprio le difficoltà riscontrate nella elaborazione dei conteggi del reddito ascrivibile al bene immateriale una delle principali criticità che stanno caratterizzando l’agevolazione.
I risultati ad oggi rilevati, in termini di risparmio fiscale, risultano generalmente elevati e, secondo il sondaggio, solo di poco al di sotto delle aspettative, il che è senz’altro positivo. Va però ricordato che gli accordi preventivi già definiti hanno interessato in prevalenza grandi o grandissime società (partendo dalle quotate) che sono spesso punte di diamante del made in Italy o della tecnologia, e dunque titolari di intangibili di grande e indiscusso valore, che generano una fetta importante del margine implicito nei prezzi di vendita dei prodotti. Società che, inoltre, sono dotate di strutture amministrative, di controllo e fiscali di altissimo livello e avvezze a trattare aspetti, come le analisi di profit split, che sono tipici della disciplina del transfer pricing (disciplina a cui si rifanno i metodi di determinazione delle royalties implicite).
Molte delle procedure ancora in corso interessano invece società di dimensione inferiore – con ruling demandato, per ricavi inferiori a 300 milioni, alla singola direzione regionale competente – le quali, da un lato, operano in settori ove il contributo del marchio o di altri beni immateriali alla formazione dell’utile è meno riconoscibile, e, dall’altro, non sono generalmente attrezzate per rilevare in modo analitico i segmenti del conto economico attribuibili alle diverse funzioni o per svolgere analisi di comparazione (metodo Cup). Ciò ha portato a un notevole allungamento dei tempi di risposta, tenuto conto che, anche dal lato del Fisco, vi è difficoltà a ricostruire i numeri necessari laddove la struttura aziendale non sia adeguata.
Per questo motivo era auspicabile che, anche per le imprese medio-grandi, si fossero introdotti metodi forfettizzati di quantificazione del margine attribuibile al bene immateriale da proporre al contribuente su iniziativa dell’ufficio, con facoltà del contribuente stesso di rifiutarli se ritenuti insoddisfacenti, con l’onere, in tal caso, a suo carico, di svolgere una analisi completa e documentata.
La standardizzazione dei metodi di calcolo, se non addirittura l’individuazione delle percentuali da applicare, per ogni singolo settore e fascia di dimensione, potrebbe essere un obiettivo per i prossimi anni, meglio se accompagnato dalla diffusione delle modalità e formule per il calcolo del reddito agevolabile.