Contributo unificato, sull’invito alla regolarizzazione il dilemma dell’impugnazione
Il contribuente deve valutare se aspettare prima la notifica della cartella o pagare e presentare l'istanza di rimborso per poi impugnare il rifiuto espresso o tacito alla restituzione
Il personale di cancelleria non è tenuto a compiere valutazioni su questioni processuali o di merito, né ad accertare, caso per caso, se l'impugnazione incidentale condizionata possa, o non possa, essere disaminata prioritariamente all'impugnazione principale, per stabilire se essa sconti o non sconti il contributo unificato.
E così, se è vero che il funzionario di cancelleria (nel processo civile) o il segretario (nel processo tributario) ha un potere di controllo più pregnante rispetto alla domanda proposta e alle relative dichiarazione di valore effettuata dalla parte, questo non significa che possa valutare questioni, di natura squisitamente processuale (quali quelle esaminate nell’articolo « Le impugnazioni incidentali alla prova del contributo unificato ») e che risultano oggetto, per quanto particolarmente complesse, dei numerosi pronunciamenti della Cassazione.
Secondo il Dag, pertanto, per il ricorso incidentale, ancorchè condizionato, il contributo unificato deve essere versato al momento della proposizione della domanda in base alla dichiarazione di valore resa dalla parte. Però, se il personale di cancelleria non è tenuto a compiere valutazioni su questioni processuali o di merito e se il contribuente è tenuto a versare il contributo unificato al momento della proposizione dell'impugnazione incidentale, che tempo ha l'ufficio di segreteria per richiedere l'invito a regolarizzare il contributo unificato?
Proprio questa domanda ha costituito oggetto di uno specifico quesito posto al Mef per Telefisco 2023 visto che è capitato che a distanza di anni dalla proposizione di un appello incidentale - che non aveva modificato il valore della controversia per la quale era stata già depositata la sentenza che aveva definito il giudizio - alcuni contribuenti si sono visti notificare l'invito a regolarizzare il contributo unificato.
Il problema a, questo punto, che si è posto è che la notifica di una richiesta indirizzata dopo che il giudizio è stato definito con sentenza passata in giudicato dovrà tenere anche conto della parte che è risultata soccombente in giudizio e che dovrà pagare, oltre che le spese, anche gli esborsi sostenuti per il pagamento del contributo unificato così come riconosciuto prima dalla giurisprudenza e poi dal legislatore tributario a decorrere dal 1° gennaio 2016.
Se, invece, il controllo non avviene nell'immediatezza, ma avviene, una volta che è stata depositata la sentenza, l'ufficio di segreteria, verosimilmente, sarà tenuto a compiere altre valutazioni su questioni processuali o di merito, che esulano dalla sua competenza proprio come quelle segnalate dal Dag (si pensi, ad esempio, nel caso di soccombenza parziale a chi sarà richiesto il contributo unificato ed in che misura).
Ecco, allora, perché è necessario che il controllo avvenga nei trenta giorni previsti dalla norma o comunque «prima della definizione del contenzioso tributario sulla base del quale è stato notificato l'invito al pagamento del Cut», così come precisato dal Mef.
Ma i problemi non finiscono qui. Sul contribuente che si vede notificare un invito a regolarizzare il contributo unificato che ritiene illegittimo si pone il dilemma se possa impugnarlo direttamente o se, invece, debba aspettare prima la notifica della cartella per poi impugnare questa o se, ancora meglio, gli convenga pagarlo, presentare l'istanza di rimborso, e poi impugnare il rifiuto espresso o tacito alla restituzione.
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