Imposte

Costruzioni fantasma fra abusi edilizi ed eredità dimenticate

di Saverio Fossati

È dal 2011, con la battaglia sulle case fantasma combattuta anche con l’aviazione dell’allora agenzia del Territorio, che il mondo degli edifici rurali è stato svelato. Un mondo di milioni di edifici che risultavano sul terreno, in base all’aerofotogrammetria, ma non nei registri catastali.

Dal punto di vista quantitativo, comunque, si tratta oggi di almeno 700mila edifici su 1,8 milioni, perché dagli avvisi bonari sono stati esclusi gli immobili piccolissimi (sino a 8 metri quadrati, praticamente i gabbiotti degli attrezzi), le serre e gli edifici «collabenti» (cioè crollanti). Questi 700mila edifici sono di proprietà, in tutto o in parte, di 800mila proprietari e questo spiega perché gli avvisi siano un milione: in molti casi riguardano lo stesso immobile, che però è di più proprietari.

La sorprendente fungaia edilizia si è formata nell’indifferenza dei Comuni (che spesso non hanno rilasciato alcun permesso edilizio). Ma le cause che hanno condotto un mezzo fallimento della possibilità di regolarizzazione sono ancora da indagare.

Anzitutto c’è l’inerzia dei proprietari, che pur essendo in qualche modo venuti a conoscenza dell’obbligo (l’elenco dei fabbricati era stato a suo tempo affisso in Comune) se ne sono semplicemente disinteressati, convinti che l’effettivo uso rurale del fabbricato li mettesse al riparo da ogni adempimento burocratico.

Poi ci sono i proprietari inconsapevoli. Soprattutto nelle zone montano-collinari appenniniche, che un secolo fa vedevano ancora delle coltivazioni, si è assistito a un fenomeno diffuso tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta: i giovani sono emigrati all’estero (Stati Uniti, Argentina, Australia e, più di recente, Germania, Francia e Regno Unito), di fatto non tornando quasi più a casa. I discendenti non si sono neppure preoccupati dell’eredità di fazzoletti di terra improduttivi e abbandonati. Nessuno ha fatto le volture e decine di migliaia di terreni (o forse più) sono ancora intestati a persone morte da decenni.

I fabbricati sono stati edificati, con ogni probabilità, da vicini e parenti che hanno cominciato a considerare i terreni abbandonati di loro proprietà, senza neppure usucapirli. E in molti casi hanno anche costruito qualcosa, senza mai denunciarlo proprio perché il terreno non era loro e, naturalmente, senza il permesso edilizio. Gli accertamenti, però, verranno fatti a carico del proprietario delle particelle, che certo non protesterà né potrà ricevere notifiche.

Diventerà quasi impossibile, a questo punto, tassare molti di questi immobili. L’unica possibilità sarà, per i comuni, abbattere le eventuali costruzioni abusive ma senza incassare un euro di Imu.

Se invece verrà scovato il proprietario (o risponderà all’appello dell’Agenzia), occorrerà verificare la liceità urbanistico-edilizia del fabbricato, che rischia, in caso negativo, la demolizione.

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