Credito d’imposta del 30% per le commissioni sul bancomat
Stop alle spese dei ministeri per tutto il 2019 con un taglio lineare sulle dotazioni da oltre 3 miliardi. Un credito d’imposta agli esercenti del 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate a decorrere dal 1° luglio 2020 con carte di credito, bancomat e moneta elettronica. Pronta la rimodulazione degli acconti delle imposte di fine novembre con cui il Governo fa quadrare i conti della manovra e in particolare quelli del decreto fiscale collegato alla legge di bilancio, mettendo in “sicurezza” complessivamente 1,5 miliardi di maggiori entrate tributarie.
Il taglio lineare delle dotazioni di competenza di tutti i ministeri serve a coprire le maggiori spese per l’anno 2019 e per il successivo biennio previste dal decreto legge com ade empio i 700 milioni stanziati per il Fondo di garanzia per le Pmi, i 400 milioni del prestito ponte per salvare Alitalia, il nuovo credito d’imposta sulle commissioni per i pagamenti con Pos, nonché la quota di 1,460 miliardi di minore gettito legato alla riduzione degli acconti di fine novembre.
Ma come cambieranno i versamenti di fine novembre per le partite Iva? In primo luogo i soggetti interessati saranno tutti quei contribuenti che nel 2019 hanno usufruito del differimento al 30 settembre delle imposte dovute in autotassazione (Irpef, Ires e Irap). Stiamo parlando di circa 4milioni di lavoratori autonomi, professionisti e imprese soggetti agli Indici sintetici di affidabilità o che sono in regime forfettario. Secondo l’articolo 58 della bozza del Dl questi soggetti d’ora in poi potranno versare gli acconti d’imposta in due rate pari al 50 per cento.
In questo modo per i soggetti che il 30 settembre scorso hanno versato secondo le regole attuali il 40% delle imposte dovute, anziché versare il restante 60% come seconda rata d’acconto dovranno pagare al Fisco il 50 per cento. A conti fatti i contribuenti Isa e forfettari si vedranno ridurre gli acconti dovuti del 10% e complessivamente nel 2019 verseranno al fisco il 90% delle somme dovute.
Per quei contribuenti che invece devono versare ancora tutto l’acconto ci sarà la possibilità di rideterminare gli importi dovuti nella misura del 90 per cento. Lo sconto del 10% varrà solo per l’appuntamento di fine novembre 2019. Il prossimo anno, infatti, i contribuenti verseranno, come detto, due rate del 50% tornado a pagare al Fisco il 100% degli acconti.
Con la riduzione di 10 punti percentuali degli acconti di novembre, anticipata su queste pagine dallo stesso ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, il 17 ottobre scorso, il Governo mette in sicurezza per il 2020 oltre 1,40 miliardi di maggiori entrate tributarie non contabilizzate nei saldi di finanza pubblica al momento di chiudere la Nota di aggiornamento al Def. La coincidenza di date tra la presentazione del 30 settembre della Nadef e il termine di versamento prorogato sempre all’ultimo giorno di settembre ha impedito al Governo di tener conto di 1,4 miliardi di versamenti effettuati dai soggetti Isa e forfettari. Somme che a questo punto riemergeranno nei saldi 2020-2021 con la riduzione degli acconti.
Con il testo del decreto legge diramato per le intese a tutti i ministeri si chiarisce meglio anche la decorrenza delle modifiche sul penale tributario, la cui efficacia viene fissata alla data di entrata in vigore della legge di conversione del provvedimento “d’urgenza”.
Come anticipato ieri su queste pagine trova posto nel decreto anche la riduzione della quota del fondo di solidarietà comunale ripartita secondo il criterio della spesa storica in favore della quota distribuita con fabbisogni standard e capacità fiscali. Per la formazione del personale degli enti, inoltre, viene eliminato il vincolo alla relativa spesa (tetto massimo del 50% della spesa 2009 per formazione).
Forfettari e precompilata, nel quadro LM anche i compensi non effettivamente percepiti
di Fabio Giordano, Comitato tecnico AssoSoftware