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Forfettari e precompilata, nel quadro LM anche i compensi non effettivamente percepiti

Tutte le fatture e i corrispettivi riportati si presumono incassati alla data di emissione del documento fiscale. Senza più la certificazione unica del sostituto d’imposta, ancori più centrale la verifica dei dati

di Fabio Giordano, Comitato tecnico AssoSoftware

Piccoli passi avanti per la dichiarazione dei Redditi Pf precompilata, che dallo scorso anno è a disposizione anche dei contribuenti titolari di partita Iva che si avvalgono del regime di vantaggio o di quello forfettario.

Occupandoci in questa occasione - per semplicità - solo dei soggetti in regime forfettario, una delle novità della dichiarazione precompilata 2025 è contenuta nella sezione III del quadro LM dove sono ora riportati i componenti positivi desunti dalle fatture elettroniche.

Avvertenze e segnalazioni

Nella pagina finale della dichiarazione precompilata pdf intitolata «Elementi a base della dichiarazione precompilata per l’anno di imposta 2024» viene tuttavia precisato che «nella precompilazione del quadro LM tutte le fatture e i corrispettivi si presumono incassati alla data di emissione del documento fiscale». Questo in quanto nella determinazione del reddito deve, come in passato, continuare a essere applicato il criterio di cassa, indipendentemente dal fatto che il soggetto passivo operi in regime di impresa o come professionista. Per cui il dato fornito è di fatto solo indicativo.

È chiaro che il venir meno dell’obbligo di emissione, a partire dall’anno di imposta 2024, della certificazione unica da parte del sostituto d’imposta, che avrebbe permesso all’agenzia delle Entrate di indicare con precisione, perlomeno per i professionisti, l’ammontare dei compensi effettivamente percepiti, ha portato l’agenzia delle Entrate ad adottare una soluzione di compromesso, basata sul fatturato e non sul percepito, soluzione certamente non ottimale.

A livello di precompilazione, rispetto allo scorso anno nel rigo LM45 vengono riportati anche gli acconti versati.

Mentre invece, come già avveniva lo scorso anno, i contributi previdenziali sono stati “parcheggiati” nel rigo RP21, invece che riportati nel rigo LM35. Il che renderà necessario uno “spostamento” manuale dell’importo dal quadro RP al quadro LM da parte del contribuente.

È quindi evidente che le limitazioni del modello precompilato rimangono piuttosto importanti, ancorché l’agenzia delle Entrate abbia rafforzato il sistema di segnalazioni nella dichiarazione, con lo scopo di evitare errori e dimenticanze, grazie ad avvisi mirati o di carattere generale formulati anche per le partite Iva in regime forfettario.

L’agenzia delle Entrate, infatti, fornisce all’accesso alla dichiarazione precompilata una specifica messaggistica che segnala al contribuente eventuali incongruenze o dati mancanti, spesso correlati a situazioni particolari come il rimborso di spese già detratte, i crediti residui dall’anno precedente, le modifiche ai canoni di locazione o le casistiche Imu.

Il confronto tra dati

Tutto ciò non basta, però, per facilitare realmente il compito del contribuente e del suo intermediario fiscale, per cui continueranno a risultare ancora molto utili, per gli intermediari fiscali, le funzionalità da sempre presenti nei software gestionali realizzati dalle case di software associate ad AssoSoftware, in grado di compilare in modo automatico l’intero quadro LM, sia quindi la parte reddituale relativa alle fatture emesse e incassate, sia anche per il riporto degli acconti versati per l’imposta sostitutiva e dei contributi previdenziali deducibili.

I software più strutturati prevedono altresì funzioni di confronto tra i dati precompilati elaborati e proposti dall’agenzia delle Entrate con i dati effettivi che risultano negli archivi dei gestionali. In questo modo l’intermediario fiscale può compilare in modo consapevole la dichiarazione dei suoi clienti utilizzando non solo i dati in suo possesso, ma anche le informazioni di cui dispone l’agenzia delle Entrate. Il che rappresenta un grande aiuto e riduce in modo sostanziale il rischio di errori.

Un altro aiuto per contribuenti forfettari viene dall’utilizzo dei software e delle app con cui vengono emesse e trasmesse le fatture elettroniche allo SdI, in tutti quei casi in cui gli stessi permettono di registrare anche i relativi incassi.

È quindi naturale che gli intermediari fiscali più attenti all’automazione dei processi suggeriscano ai propri clienti forfettari di utilizzare in modo completo e proficuo il proprio software di fatturazione, non solo per la fatturazione vera e propria, ma anche per la registrazione di tutti gli incassi in relazione a ciascuna fattura emessa.

Di fatto tali software possono essere utilizzati per produrre un documento di sintesi di tutti gli incassi effettuati in un determinato esercizio e delle relative fatture cui essi si riferiscono, da conservare in caso di contestazioni da parte dell’agenzia delle Entrate.

Dunque, a oggi, la soluzione più proficua è quella di utilizzare in sinergia i dati contabili presenti nei software gestionali e confrontarli e integrarli con i dati forniti dall’agenzia delle Entrate. Il confronto e l’integrazione delle due basi informative, peraltro in molti casi automatizzata, fornisce un elevato grado di sicurezza circa la correttezza dei dati contenuti nel modello dichiarativo predisposto.