Adempimenti

Crisi d’impresa, per il nuovo Codice rinvio al 15 luglio

Insieme all’anti-evasione e all’ennesimo slittamento per il debutto del Codice della crisi, il nuovo intervento sulle selezioni della Pa è il cuore del decreto Pnrr-2 approvato dal Cdm

di Giovanni Negri e Gianni Trovati

Dal 1° luglio le assunzioni nelle pubbliche amministrazioni passeranno dai concorsi gestiti sul portale InPa, il «linkedin italiano» avviato lo scorso anno dal ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta che ora diventa la via maestra per entrare negli organici pubblici: da luglio partiranno le Pa centrali, e da novembre le porte si apriranno a Regioni ed enti locali con modalità che saranno definite in accordo con la Conferenza Unificata.

Su quella via telematica correranno i concorsi riformati a regime, che dopo il primo modulo per i dirigenti inserito nel decreto sul «reclutamento» (Dl 80/2021) ora cambiano pelle anche per il personale non dirigente. Le selezioni si baseranno su almeno una prova scritta e un orale «comprendente l’accertamento della conoscenza di almeno una lingua straniera»; e punteranno a valutare «l’insieme delle conoscenze e delle capacità tecniche e/o comportamentali e/o manageriali» in un’ottica che prova ancora una volta ad archiviare la vecchia impostazione teorico-formalistica delle selezioni nel nome dell’«assessment». Tutte le novità troveranno poi un assetto finale nella riforma del vecchio Dpr concorsi (il 487/1994), che il governo dovrà adottare entro fine anno. Dal portale passeranno anche le procedure di mobilità orizzontale, che avranno una corsia preferenziale su comandi e distacchi limitati al 5% dei posti non coperti con la mobilità.

Insieme all’anti-evasione e all’ennesimo rinvio al 15 luglio per il debutto del Codice della crisi d’impresa, il nuovo intervento sulle selezioni della Pa è il cuore del decreto Pnrr-2 approvato dal Cdm. Dal decreto arriva una «nuova spinta per la riforma del pubblico impiego che sta percorrendo l’ultimo miglio a passo spedito», sostiene Brunetta.

L’obiettivo del provvedimento è di replicare il successo 2021 ufficializzato ieri dalla Ue con le 45 scadenze in programma entro la fine di giugno. Anche qui in gioco ci sono 21 miliardi. Ma per farcela è indispensabile accelerare ancora sul «rafforzamento amministrativo», che nei mesi scorsi ha mostrato qualche inciampo nella selezione dei 500 tecnici per i ministeri e dei 2.800 esperti per gli enti del Sud ed è stato al centro degli esami dell’ultima visita romana degli ispettori comunitari sull’attuazione del Pnrr.

Anche per questo il nuovo decreto agisce a tutto campo. I nuovi concorsi, a cui i candidati potranno accedere iscrivendosi al portale InPa e compilando lì il curriculum, potranno essere preceduti da una preselezione in cui si valuteranno anche «attitudini e capacità comportamentali richieste dal bando», e saranno guidati da commissioni formate con gli iscritti agli elenchi di esperti stilati dalle Pa destinatarie dei concorsi. Anche commissioni e Oiv saranno gestiti dal portale. Ma il decreto Pnrr-2 non si ferma qui. E applica le selezioni rapide alle assunzioni a tempo determinato per il Pnrr in tutti i «soggetti attuatori» e spinge anche sulle consulenze, fino a ipotizzare ancora una volta nella versione d’entrata la deroga all’obbligo di gratuità degli incarichi ai pensionati. A incarichi negli enti del Mezzogiorno andranno anche i 48 milioni residui del fondo stanziato per i «mille esperti». Sempre in fatto di assunzioni locali, i Comuni fino a 5mila abitanti avranno tempo fino al 30 luglio per comunicare le esigenze da finanziare con il fondo su misura per loro.

La corsa non deve però far dimenticare il senso profondo del mutamento di pelle richiesto alla Pa, chiamata ad attrezzarsi delle competenze necessarie al Pnrr e soprattutto alla digitalizzazione e all’innovazione dei servizi che il Piano dovrà lasciare in eredità. Per questo la Funzione pubblica, d’intesa con il Mef, emanerà le linee d’indirizzo che le amministrazioni dovranno seguire nella programmazione dei fabbisogni di personale. Nel fitto dedalo di scadenze che quest’anno è investito dal Piano di attività e organizzazione (Piao) c’è una nuova data da segnare: è il 30 giugno, termine entro cui arriveranno le Linee guida.

Tra le date che continuano a muoversi, si diceva, c’è anche quella del debutto del Codice della crisi, già oggetto di plurimi rinvii. La bozza di decreto fa infatti slittare di due mesi l’entrata in vigore, dal 15 maggio al 15 luglio. In questo modo verranno verosimilmente ad allinearsi sia le misure del Codice sia quelle necessarie all’adeguamento all’ultima direttiva sull’insolvenza. Le norme sono oggetto di un decreto legislativo ora in discussione in Parlamento.

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