Cultura, arriva il nuovo tax credit «creatività»
Arriva il tax credit “creatività” per le imprese culturali: da quelle che creano app fino alle aziende che si occupano di animazione digitale. A introdurlo è un emendamento alla manovra di Anna Ascani (Pd) approvato ieri dalla commissione Bilancio della Camera.
Il credito d’imposta è pari al 30% dei costi sostenuti per attività di sviluppo, produzione e promozione di servizi e prodotti culturali e creativi ma si presenta con il meccanismo “a rubinetto”: il limite di spesa è di 500mila euro per il 2018 e di 1 milione l’anno per il biennio 2019-2020. A beneficiarne saranno tutte le imprese o i soggetti che svolgono attività stabile e continuativa con sede in Italia, nella Ue «o in uno degli Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo, purché siano soggetti passivi di imposta in Italia e abbiano, quale oggetto sociale, in via prevalente o esclusiva, l’ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione o la gestione di prodotti culturali». Soddisfatto il ministro Dario Franceschini, anche perché la Commissione ha dato l’ok a tutto il pacchetto di ritocchi al capitolo cultura: dalle biblioteche scolastiche alle librerie che vendono libri usati fino alla stabilizzazione della segreteria tecnica del “Grande progetto Pompei”. I ritocchi approvati prevedono, tra l’altro, contributi statali per le dimore storiche (10 milioni per il 2019 e 20 milioni dal 2020), e l’utilizzazione di 150 milioni in tre anni per saldare i debiti pregressi relativi ai contributi fermi dal 2012. Salgono inoltre a 15 milioni già dal 2018 i contributi alle Fondazioni lirico sinfoniche e vengono destinati 2 milioni in più l’anno per il piano per l’arte contemporanea (di cui 1 al Maxxi di Roma).
Le votazioni della Commissione si sono concentrate anche su altri temi della manovra. È arrivato l’ok a un emendamento che ripristina la stretta anti-delocalizzazione per i call center “fai da te” con una retromarcia rispetto alla norma introdotta nel passaggio della manovra al Senato. Una misura, quest’ultima, che avrebbe escluso i call center interni dagli obblighi di iscriversi al Registro degli operatori di comunicazione e di dichiarare a inizio telefonata l’ubicazione dell’operatore. Soddisfazione è stata espressa da una parte del Pd e da M5S. Disco verde anche a un ritocco (Gruppo misto e Pd) che aumenta complessivamente nel 2018 di 76 milioni il contributo in favore delle Province e delle città metropolitane per le loro attività («funzioni fondamentali») e a un emendamento del Governo che conferma per il prossimo biennio lo “sconto” da 120 milioni riconosciuto dallo Stato alla Regione Friuli nell’ambito dei rapporti finanziari. Approvato poi un correttivo che incrementa di 250mila euro il contributo annuo riconosciuto alla sezione italiana dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità.
Le votazioni ripartono oggi dai capitoli riguardanti sport, esteri e giochi. Sempre oggi è atteso l’emendamento del relatore (e presidente della Commissione), Francesco Boccia sulla web tax. L’obiettivo della commissione resta quello di chiudere i lavori lunedì dopo la “no stop” di domani.