Adempimenti

Dichiarazione correttiva per recuperare i crediti di annualità precedenti

Oltre il termine del 2 maggio per l’invio c’è la chance del modello integrativo

L’avvicinarsi del termine per il versamento del saldo Iva e la possibilità di utilizzare quanto prima le eventuali eccedenze a credito, compresi i crediti potenziali pregressi che siano stati liberati, impongono di pianificare le tempistiche di presentazione della dichiarazione e dei versamenti.

Partiamo da questi ultimi. Entro il 16 marzo va versato il saldo annuale. È possibile rateizzare il dovuto in più rate, maggiorando dello 0,33% mensile l’importo di ogni rata successiva alla prima (al massimo fino al 16 novembre) o differire il versamento al 30 giugno, con un interesse dello 0,40% per mese, eventualmente rateizzabile con un ulteriore 0,33% mensile.

Chi invece dispone di eccedenze a credito deve prima di tutto valutarne l’anno di formazione. Se si ha un credito 2020 già vistato, è possibile continuare a utilizzarlo finché non viene presentata la dichiarazione sul 2021 (il termine è il 2 maggio 2022). Dopodiché, l’eventuale residuo si riconsolida su quest’ultimo anno e bisogna rispettare tutte le regole per l’utilizzo: in generale, le compensazioni oltre i 5mila euro devono attendere il decimo giorno dalla presentazione del modello dotato di visto di conformità.

Potrebbero anche verificarsi casi in cui il modello Iva 2022, già presentato (in ipotesi, entro il 28 febbraio), esponga crediti potenziali da anni precedenti, congelati a causa di versamenti non eseguiti. Se il debito pregresso viene pagato dopo aver presentato la dichiarazione, per esempio in marzo a seguito della ricezione di un avviso bonario, è possibile sbloccare il credito potenziale con una dichiarazione correttiva nei termini. Il versamento forzoso va indicato nel quadro VQ (nel nostro caso, nel campo 5 del rigo corrispondente all’annualità “incriminata”) e la “liberazione” del credito avviene riportandone l’importo nel rigo VL12.

Il credito annuale 2021 può invece essere inibito da versamenti omessi relativi allo stesso anno. Ma anche in questo caso non esistono ostacoli alla presentazione di una dichiarazione correttiva nella quale indicare, nel quadro VL, gli eventuali versamenti successivi.

Si pone il dubbio se si possa procedere al recupero immediato del credito potenziale 2021 a seguito di ravvedimento operoso avvenuto dopo il termine di presentazione della dichiarazione. In questo caso, trattandosi di versamento relativo all’ultima annualità dichiarata, il quadro destinato ad accoglierlo non può che essere il VL. Quadro VL che dovrebbe però essere “rettificato” con una dichiarazione integrativa. In merito, non paiono esservi impedimenti. D’altronde, anche per l’amministrazione finanziaria, «il credito Iva da versamenti omessi si costituisce nel momento e nella misura in cui vengono eseguiti i pagamenti» (risposta 81/2020). Agendo al di fuori del meccanismo del quadro VQ (si tratta di versamenti omessi relativi all’ultima dichiarazione presentata che sono monitorati direttamente nel VL) non paiono esservi altri modi per sbloccare il credito.

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