Controlli e liti

Esperienze e dati da utilizzare con efficacia

di Angelo Cremonese

Si rafforzano le misure persuasive che spingono verso la voluntary 2.0. In questa direttrice va inquadrata la campagna di primavera del Fisco contro l’occultamento di redditi e patrimoni all’estero da parte di soggetti solo formalmente residenti fuori dal nostro Paese. L’introduzione delle pesanti sanzioni per il nuovo reato di autoriciclaggio, gli obblighi imposti ai comuni sui movimenti anagrafici all’estero dei propri cittadini e, soprattutto, gli accordi firmati con gli ex Paesi black list sullo scambio di informazioni, hanno creato i presupposti per combattere efficacemente questa forma di erosione del gettito che, nel passato, ha rappresentato una spina nel fianco per l’Erario.

Un patrimonio importante di informazioni, su cui fondare le linee guida della futura azione di contrasto, è rappresentato dai dati emersi nel corso dei controlli effettuati sui soggetti che hanno aderito alla prima voluntary. Questa mappatura delle modalità e delle forme con cui alcuni contribuenti sono riusciti negli anni passati a sfuggire alle maglie del Fisco va studiata attentamente e, anzi, deve costituire la base su cui fondare una nuova attività di controllo più consapevole ed efficace, che porti i risultati attesi nella lotta a questo tipo di evasione. Al riguardo si è spesso sfruttata la concorrenza fiscale fra Stati che, soprattutto sino a poco tempo fa, tendevano ad attrarre capitali e patrimoni anche di dubbia provenienza. Solo di recente, infatti, su questo tema è stata raggiunta una duplice consapevolezza a livello planetario: la lotta all’evasione fiscale deve necessariamente fondarsi su accordi internazionali e le manovre non coordinate, attuate dai singoli Stati, determinano scarsi risultati in termini di gettito.

Negli ultimi anni, anche grazie alla ricerca di standard in grado di fornire nuovi e più forti strumenti nella lotta internazionale al terrorismo e alla criminalità organizzata, sono stati raggiunti risultati nel passato impensabili. Finalmente, il sistema di scambio di informazioni fra Stati previsto dalla Convenzione multilaterale CRS-MCAA, elaborata dall’Ocse, è destinato a diventare effettivamente globale e ha rappresentato il presupposto per la forte accelerazione del processo di trasparenza fiscale internazionale cui abbiamo assistito negli ultimi anni.

Questo scenario favorevole deve essere sfruttato per dimostrare che l’amministrazione finanziaria è oggi in grado di utilizzare le molteplici informazioni di cui dispone e alle quali può accedere attraverso gli accordi internazionali per recuperare quella parte di gettito che per lungo tempo è stata fuori dalla sua portata. L’analisi andrà condotta sui risultati, tenendo conto, da un lato, di risorse e investimenti, in termini di uomini e di mezzi, che sono stati disposti per il contrasto dell’evasione internazionale, nonché, dall’altro lato, degli ingenti patrimoni ancora occultati all’estero da molti contribuenti italiani che, secondo alcuni recenti studi, non sono emersi con gli ultimi provvedimenti e che non rientreranno nella legalità neppure alla prossima occasione.

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