Controlli e liti

FISCO E AGRICOLTURA/Le multe per le quote latte non considerano i quantitativi inutilizzati

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di Gian Paolo Tosoni

Il prelievo supplementare (multe) per le quote latte doveva essere determinato dopo aver attribuito a favore di tutti produttori di latte, l’ammontare dei quantitativi inutilizzati; in sostanza il procedimento per la determinazione delle “multe” per le quote latte fatto dal Governo italiano è stato sbagliato. Lo ha deciso la Corte di Giustizia UE nella causa C-348/18 del 27 giugno 2019 (Presidente T.Von Danwitz, difensori Ermondi ed Aldegheri).

La questione aveva come oggetto le produzioni di latte annue le quali potevano risultare inferiori alla quota assegnata dalla Comunità. Lo Stato italiano aveva quindi la facoltà di riassegnare tale quantitativi inutilizzati ai produttori di latte ed è sul metodo che si è instaurata la controversia di cui si è occupata la Corte di Giustizia Ue. In effetti l’Italia aveva assegnato le quote latte inutilizzate ai giovani agricoltori, oppure ai produttori che operano nelle zone svantaggiate od altri soggetti ma non in proporzione a tutti i produttori.
Invece la Corte di Giustizia dichiara che qualora uno Stato membro decida di procedere alla riassegnazione dei quantitativi di riferimento inutilizzati, tale riassegnazione deve essere effettuata, tra i produttori che hanno superato i propri quantitativi di riferimento, in modo proporzionale ai quantitativi di riferimento a disposizione di ciascun produttore.

Quindi l’Italia che ha applicato il super prelievo ai produttori eccedentari ha ovviamente sbagliato la quantificazione in quanto anche i produttori eccedentari avrebbero avuto una maggiore quota di produzione assegnata e quindi l’eccedenza sarebbe risultata inferiore.

Occorre per la verità stabilire con precisione quale sia il metodo matematico. L’eccedenza di produzione assegnata ed inutilizzata risulta un dato certo; se tale quantità venisse spalmata tra i soli produttori eccedentari la sentenza avrebbe portato per questi soggetti un grande risultato. Se invece la quota inutilizzata deve essere spalmata tra tutti i produttori di latte, eccedentari e non, la quota assegnata ai produttori fuori quota sarebbe minore, ma sufficiente per poter dire che il super prelievo applicato dalla Agea è sbagliato.
Secondo la Corte di Giustizia il prelievo supplementare fa parte degli interventi intesi a regolarizzare i mercati agricoli ed è destinato al finanziamento delle spese del settore lattiero caseario; esso è un deterrente a non produrre fuori quota ma ha anche una finalità economica e cioè fornire alla Comunità i fondi necessari allo smaltimento della produzione realizzata dai produttori in eccedenza rispetto alle loro quote. L’obiettivo del prelievo supplementare rafforza dunque l’interpretazione secondo cui il criterio di ripartizione proporzionale deve essere come l’unico criterio secondo il quale deve essere effettuata la riassegnazione dei quantitativi di riferimento inutilizzati.

In conclusione:
il 5 giugno 2019 il Gip di Roma aveva affermato nell’ordinanza n. 101551/2016 che i dati sui quali sono state calcolate le multe quote latte sono non vere;
la Corte di Giustizia ha stabilito che anche il calcolo utilizzato dallo Stato italiano è contrario ai regolamenti comunitari e quindi la regola deve essere disapplicata.

Ora i Tribunali italiani o il Consiglio di Stato potranno annullare i prelievi agli allevatori. Quindi un lavoro supplementare per Agea che magari sarà chiamata a ricalcolare “le multe”. Insomma la questione delle quote latte che sono state abolite dal 2015 non finisce mai.

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