FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: ammortamento, concordato e accertamento
Le opere incrementative su beni immobili di terzi deducibili in base al piano di ammortamento conteggiato sull’originaria durata del contratto di locazione. Utilizzo dei dati acquisiti presso aziende di credito non subordinato alla prova dell’effettivo esercizio dell’attività d’impresa. La mancata escussione preventiva della fideiussione prestata non consente poi alla banca la successiva insinuazione al passivo del fallimento. Creditori postergati in classe ad hoc ma senza parificazione possibile del loro trattamento a quello dei creditori chirografari. Concordato preventivo senza necessario utilizzo della transazione previdenziale/assistenziale ex articolo 182-ter della legge fallimentare se non sussiste esigenza di ottenere il preventivo assenso da parte degli enti. L’esito negativo dell’accertamento con adesione non obbliga l’Amministrazione ad emettere un nuovo accertamento anche se nel verbale di contraddittorio non sono state liquidate le imposte. Contabilità inattendibile anche solo per il comportamento antieconomico del contribuente.
L’ammortamento delle opere incrementative su immobili di terzi si calcola secondo l’originaria durata del contratto di locazione
Nella determinazione del reddito d’impresa non possono essere riprese a tassazione le quote di ammortamento relative alle opere incrementative effettuate su beni immobili di terzi in eccedenza rispetto all’originaria scadenza del contratto di locazione. Questo perché il conteggio della durata utile del periodo di ammortamento delle quote relative alle opere incrementative effettuate su beni immobili di terzi va sempre riferito alla prima scadenza contrattuale della locazione in assenza di certezza circa l’eventuale proroga.
• Cassazione, ordinanza 16223/2018
No limits per l’Amministrazione circa l’utilizzo dei dati acquisiti presso aziende di credito
La facoltà dell’Amministrazione di utilizzare ai fini accertativi i dati acquisiti presso le aziende di credito non è subordinato alla prova che il contribuente eserciti effettiva attività di impresa. Infatti i dati acquisiti presso le aziende di credito possono comunque essere utilizzati sia per dimostrare l’esercizio eventuale di un’attività occulta d’impresa o libero-professionale sia per quantificare il reddito ricavato da tale attività.
• Cassazione, ordinanza 16235/2018
Senza insinuazione al passivo la banca che non escute la fideiussione rilasciata al proprio cliente poi fallito
La banca che non escute la fidejussione rilasciata a favore del proprio cliente poi fallito non va poi ammessa al passivo del fallimento perché la mancata escussione della fideiussione determina l’inesistenza nei confronti del debitore principale del credito del fideiussore, che pertanto non può più essere ammesso al passivo del fallimento neppure con riserva.
• Cassazione, sentenza 16347/2018
La violazione della regola del soddisfacimento tra creditori postergati e chirografari stoppa l’omologa della proposta concordataria
Nel concordato preventivo la proposta del debitore può prevedere la suddivisione dei crediti in classi per il riconoscimento del diritto di voto ai creditori postergati attraverso il loro inserimento in una classe apposita a condizione che il trattamento previsto per questi ultimi non deroghi alla regola del loro soddisfacimento, che deve avvenire sempre dopo quello integrale dei chirografari. Infatti il concordato prevede per la classe, composta da crediti postergati ai sensi del secondo comma dell’articolo 2467 del Codice Civile, un trattamento equiparato a quello dei creditori chirografari, che, se non viene rispettato, impedisce l’omologa della proposta concordataria.
• Cassazione, sentenza 16348/2018
Concordato preventivo valido anche senza la transazione previdenziale/assistenziale se non c’è contestazione sui crediti
Anche senza presentazione della transazione previdenziale/assistenziale è possibile il concordato preventivo quando l’entità del credito corrispondente risulta incontestata e ben definita perché la scelta tra le due modalità, ovvero concordato con transazione previdenziale/assistenziale ex articolo 182-ter, legge fallimentare, e concordato senza transazione dipende sia dall’esigenza imprescindibile di ottenere preventivamente il voto favorevole degli enti in ragione delle dimensioni del credito da loro vantato sia dall’offrire certezza ai creditori circa l’effettività del debito previdenziale/assistenziale.
• Cassazione, ordinanza 16364/2018
L’adesione negativa all’accertamento obbliga a rispettare i termini per il ricorso e non rileva la sua impugnazione in Ctp
Una volta notificato l’accertamento seguito dalla presentazione di un’istanza di accertamento con adesione da parte del contribuente e conclusosi con la redazione di un processo verbale in contraddittorio negativo, l’Amministrazione non è obbligata a formare un nuovo accertamento e quindi in caso di mancata impugnazione dello stesso può iscrivere a ruolo l’intera pretesa tributaria anche se il contribuente ha opposto in Ctp il predetto diniego. Questo in quanto il verbale di contraddittorio costituisce un atto interno al procedimento di accertamento con adesione e a differenza della previsione dell’articolo 7 del Dlgs 218/1997, non contiene la liquidazione delle maggiori imposte dovute, delle sanzioni e delle altre somme.
• Cassazione, sentenza 16541/2018
L’antieconomicità fa presumere componenti positive non dichiarate e ribalta l’onere della prova in capo al contribuente
Basta l’antieconomicità del comportamento del contribuente per far dichiarare inattendibile la contabilità perché l’Amministrazione ha facoltà di dubitare della veridicità delle operazioni dichiarate. In tal caso può desumere, in base a presunzioni semplici purché gravi, precise e concordanti, maggiori ricavi o minori costi, con inversione dell’onere probatorio in capo al contribuente.
• Cassazione, ordinanza 16635/2018
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