FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: consolidato, Irap, fallimento
Compete all’agenzia delle Entrate il recupero dei crediti d’imposta di altri enti se indebitamente compensati. Nel consolidato fiscale interrotto prematuramente la consolidante acquisisce i crediti d’imposta maturati. Anche dopo il 2005 deducibili ai fini Irap per le banche i “noni residui” dei crediti inesigibili. L’occupazione abusiva dell’immobile protratta per oltre diciotto mesi non è causa di forza maggiore tale da salvare le agevolazioni prima casa. Non vale per l’Irap il raddoppio dei termini per l’accertamento per gli anni d’imposta precedenti al 2016 anche in caso di estinzione del reato e/o di archiviazione della denuncia. Azione revocatoria fallimentare immobiliare legittima nei confronti dell’acquirente anche se ha sottoscritto il preliminare e possiede il bene. La revoca dei contributi pubblici a seguito del fallimento dell’impresa non impedisce all’amministrazione di mantenere il privilegio generale mobiliare. Sono questi i temi delle massime delle principali sentenze in ambito tributario e societario della Cassazione dal 26 febbraio al 2 marzo.
Crediti d’imposta indebitamente compensati, la competenza è delle Entrate
Non compete ai creditori finali bensì esclusivamente all’ente incaricato della riscossione unitaria (agenzia delle Entrate) il ricupero del credito d’imposta utilizzato attraverso l’indebita compensazione nel modello F24 in misura eccedente rispetto a quella effettivamente spettante perché è l’unico soggetto istituzionalmente incaricato di controllare i pagamenti effettuati suddividendoli in base alla loro destinazione e di verificare altresì le operazioni di compensazione effettuate. Pertanto nel caso di mancato versamento di un contributo previdenziale, di un’addizionale regionale o anche di un tributo gestito dall’Amministrazione dei Monopoli di Stato, proprio per effetto della sua compensazione con un credito d’imposta di altra natura da parte del contribuente, non impone all’ente creditore di procedere al recupero se la compensazione è stata operata in assenza dei presupposti.
• Cassazione, sentenza 4154/2018
Alla consolidante i crediti d’imposta se il consolidato fiscale si interrompe
L’opzione per il consolidato fiscale che si interrompe in via anticipata a causa della cessazione dal Registro Imprese di una società consolidata ripristina in capo alla consolidante i crediti d’imposta, diversi dall’Ires, fino a quel momento maturati dalla stessa consolidata e poi riportati opportunamente in dichiarazione. Questo in quanto la possibilità della cessione dei predetti crediti alla consolidante, consentita per la sola compensazione con i debiti dell’Ires dovuta sui redditi delle società del gruppo, vale solo finché vige il consolidato fiscale.
• Cassazione, sentenza 4155/2018
Deducibili ai fini Irap per le banche i “noni residui” dei crediti inesigibili
La deduzione dalla base imponibile Irap delle quote residue dei crediti inesigibili appostati nei bilanci delle società bancarie e finanziarie precedenti al 2005 è sempre legittima. Intanto la loro deducibilità non incide sulla competenza fiscale, che resta fissata nell’esercizio in cui il fatto si origina e viene rilevato contabilmente. Non può avere efficacia retroattiva la modifica legislativa che con decorrenza dal 2005 impedisce la deducibilità ai fini Irap delle quote di svalutazione.
• Cassazione, ordinanza 4165/2018
L’immobile occupato perde i benefici prima casa
L’agevolazione prima casa non può essere mantenuta dall’acquirente in buona fede se colui che occupa abusivamente l’immobile non lo rilascia entro i diciotto mesi successivi alla stipula dell’atto di compravendita. Questo in quanto il mancato rilascio da parte dell’occupante abusivo non costituisce causa di forza maggiore poiché chi compra una casa occupata si espone sempre al rischio delle lungaggini dei procedimenti giudiziari di sfratto.
• Cassazione, ordinanza 4591/2018
Non vale per l’Irap il raddoppio dei termini per l’accertamento
In caso di seri indizi di reità e in base all’articolo 2 del decreto legislativo 128 del 2015 il raddoppio dei termini per gli accertamenti degli anni d’imposta precedenti al 2016 non è comunque escluso dalla configurabilità di una causa di estinzione del reato come la prescrizione e neppure dall’intervenuta archiviazione della denuncia. Tale novella non si applica, però, all’Irap, perché trattasi di un’imposta per la quale non sono previste sanzioni penali.
• Cassazione, ordinanza 4758/2018
Il preliminare non tutela dal fallimento dell’impresa
Non va restituito agli acquirenti l’immobile ceduto dall’impresa costruttrice poi fallita anche se gli stessi avevano precedentemente sottoscritto un preliminare, pagato il relativo corrispettivo ed erano altresì immediatamente entrati nel possesso del bene. Intanto l’acquirente promissario è consapevole dell’altruità del bene anche se è immesso nel possesso in virtù del preliminare e del pagamento del prezzo. Poi la presuntiva conoscenza dello stato d’insolvenza dell’imprenditore dipende dalla scelta discrezionale del curatore che il giudice di legittimità, purché motivata, non può valutare.
• Cassazione, ordinanza 4508/2018
Fallimento, la revoca dei contributi pubblici non penalizza l’amministrazio ne
La revoca dei contributi pubblici da parte dell’amministrazione a causa del fallimento dell’impresa è opponibile alla massa dei creditori anche successivamente alla pubblicazione della sentenza di fallimento attesa la natura meramente accertativa dell’assenza delle predette condizioni. Questo in quanto la revoca dei contributi non fa decadere il privilegio generale mobiliare riconosciuto all’amministrazione dalla legge vigente al momento dell’erogazione del mutuo.
• Cassazione, ordinanza 4510/2018
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