FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: contraddittorio, concordato preventivo, Iva per cassa
Negli accertamenti su più tributi l’omesso contraddittorio preventivo non invalida automaticamente l’atto ai fini Iva perché va dimostrato il vantaggio perso dal contribuente. Non integra l’impossibilità ad adempiere la domanda di ammissione al concordato preventivo successiva alla scadenza del termine per sanare il penale dell’omesso versamento Iva. Le somme non giustificate accertate sul conto corrente dei genitori si presumono compensi di lavoro autonomo per il figlio libero professionista. Iva liquidata per cassa, la mancata percezione delle somme da versare all’Erario fa evitare il reato invocando l’impossibilità di adempiere l’obbligazione tributaria. La sentenza dichiarativa di fallimento è condizione costitutiva del reato di bancarotta e non per la sua punibilità. Sono i temi della rassegna delle massime delle principali pronunce di Cassazione in ambito tributario e societario dell'ultima settimana.
Il mancato contraddittorio sugli altri tributi non inficia la rettifica Iva
Negli accertamenti multi-tributi l’omesso contraddittorio preventivo non invalida automaticamente l’atto ai fini Iva perché va dimostrato il vantaggio perso dal contribuente. Anche in caso di accertamento multiplo formato congiuntamente a tavolino per Ires, Irap ed Iva, la mancata instaurazione del contraddittorio endoprocedimentale invalida l’atto impositivo per la parte relativa ai soli tributi «armonizzati» Ue e per gli altri tributi soltanto se espressamente previsto. Prima di sancire l’invalidità parziale dell’atto impositivo il giudice di merito deve comunque sempre verificare se, in mancanza di siffatta irregolarità, il procedimento istruttorio osservato nella formazione dell’atto impositivo, sarebbe potuto pervenire ad un diverso e più favorevole risultato per il contribuente.
• Cassazione, ordinanza 21767/2018
La domanda di ammissione al concordato non basta per l’omesso versamento Iva
La domanda dell’impresa insolvente di ammissione al concordato preventivo, presentata successivamente alla scadenza del termine di pagamento dell’Iva oltre soglia dovuta per l’anno precedente coincidente con il termine di versamento dell’acconto Iva dell’anno successivo, non integra l’impossibilità ad adempiere. Questo in quanto una condotta futura non è in grado di incidere sull’esistenza di un’obbligazione scaduta e dunque uno stato di crisi solo successivamente accertato in grado di fare richiedere l’ammissione ad una procedura concorsuale non può fare escludere la piena consapevolezza e volontarietà dell’omissione del pagamento ormai scaduto.
• Cassazione, sentenza 40217/2018
Le somme accertate sul conto dei genitori sono compensi di lavoro autonomo per il figlio
La presunzione di riferibilità dei compensi conseguiti nell’esercizio dell’attività di lavoro autonomo opera anche nel caso di compensi non contabilizzati riguardanti le somme rinvenute sul conto corrente intestato ai genitori del libero professionista. Questo in quanto nel caso di accertamenti bancari, per superare la presunzione posta a carico del contribuente secondo cui i prelevamenti e i prelievi vanno imputati a compensi conseguiti nell’attività libero-professionale svolta, non è sufficiente una prova generica, ma occorre il dettaglio della riferibilità di ciascuna operazione a quelle già evidenziate nella dichiarazione reddituale oppure, alternativamente, la prova della loro estraneità all’attività libero-professionale medesima.
• Cassazione, ordinanza 22089/2018
Iva per cassa, la mancata percezione delle somme non fa scattare il reato
Nel caso di Iva liquidata per cassa la mancata percezione delle somme può legittimamente fare escludere il compimento del reato istantaneo di omesso versamento. Questo in quanto il reato omissivo a carattere istantaneo previsto dall’articolo 10-ter del Dlgs 74/2000 è sempre svincolato dall’effettiva riscossione delle somme corrispettivo relative alle prestazioni effettuate e pertanto il contribuente/reo che invoca l’assoluta impossibilità di adempiere l’obbligazione tributaria per imprevedibili crisi di liquidità che impediscono l’accantonamento delle somme necessarie deve provare che le difficoltà finanziarie non siano a lui imputabili e anche che le stesse non possono essere fronteggiate con il patrimonio personale.
• Cassazione, sentenza 40440/2018
La sentenza dichiarativa di fallimento è condizione costitutiva del reato di bancarotta e non per la punibilità
I fatti di distrazione, una volta intervenuta la dichiarazione di fallimento, assumono rilevanza penale in qualsiasi momento siano stati commessi e quindi anche se la condotta si è realizzata quando ancora l’impresa non versava in condizioni di insolvenza. Questo in quanto, ai fini della commissione del reato, la condotta si perfeziona con la distrazione mentre la sua punibilità è subordinata alla dichiarazione di fallimento la quale, essendo rappresentata da una pronuncia giudiziaria, si pone come evento successivo ed esterno alla condotta stessa.
• Cassazione, sentenza 40477/2018
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