FISCO E SENTENZE/Le massime di Cassazione: verifiche fiscali, bonus prima casa, bancarotta
Utilizzabile per l’accertamento analitico-induttivo il disco estraibile rivenuto durante una verifica fiscale. Autosufficienza del ricorso per cassazione quando si censura l’omessa disamina di un documento decisivo per la controversia. Sì al bonus prima casa anche con l’attribuzione all’ex in esecuzione dei patti di separazione. Bancarotta fraudolenta per distrazione e non preferenziale per l’amministratore della società poi fallita che ha stabilito arbitrariamente i propri emolumenti . Sono i temi della rassegna delle massime delle principali pronunce di Cassazione in materia tributaria e societaria depositate nella settimana dal 18 al 22 settembre.
ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO
Utilizzabile per l’accertamento analitico-induttivo il disco estraibile rivenuto durante una verifica fiscale
Il disco estraibile rinvenuto in azienda dall’organo ispettivo durante una verifica fiscale è sempre utilizzabile ai fini dell’accertamento analitico-induttivo perché la presenza di una contabilità occulta può legittimamente presumersi in base ad appunti personali e informazioni dell’imprenditore e ciò vale anche nel caso in cui tale rinvenimento avvenga presso terzi. Per il loro elevato valore indiziario l’illegittimità dell’accertamento può sussistere solo se l’amministrazione viola specifici diritti o garanzie posti a tutela del contribuente.
• Cassazione, sentenza 21408/2017
Autosufficienza del ricorso per cassazione quando si censura l’omessa disamina di un documento decisivo per la controversia
Quando il contribuente soccombente nel giudizio di merito deduce nel ricorso per Cassazione il vizio di motivazione per l’omesso esame di un documento non valutato da parte del collegio di merito, al fine di consentire al giudice di legittimità la valutazione della sua decisività egli deve trascrivere integralmente nel ricorso per Cassazione il contenuto dell’atto. Questo in quanto la Cassazione, alla quale è precluso l’esame diretto degli atti di causa, deve potere essere in grado di delibare la decisività della risultanza invocata.
• Cassazione, sentenza 21433/2017
Sì al bonus prima casa anche con l’attribuzione all’ex in esecuzione dei patti di separazione
L’attribuzione al coniuge della quota di proprietà della casa coniugale intervenuta nel periodo infra-quinquennale in adempimento di una condizione inserita nell’atto di separazione consensuale non rileva quale vendita dell’immobile in grado di determinare la revoca della agevolazioni prima casa fruite in precedenza anche nel caso in cui non sia stato seguito dal riacquisto di altra prima casa. Questo in quanto tale modalità è da considerarsi funzionale all’utilizzo della casa coniugale ai fini della migliore sistemazione dei rapporti fra coniugi e rappresenta soluzione idonea a garantire l’adempimento delle obbligazioni che gravano su entrambi i coniugi.
• Cassazione, sentenza 22023/2017
SOCIETÀ E BILANCI
Bancarotta fraudolenta per distrazione e non preferenziale per l’amministratore della società poi fallita che ha stabilito arbitrariamente i propri emolumenti
Risponde di bancarotta fraudolenta per distrazione e non preferenziale l’amministratore che, in assenza di delibera, stabilisce la misura dei propri emolumenti, perché il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione non richiede la consapevolezza dello stato di insolvenza. Basta infatti per la sua integrazione la volontà di dare al patrimonio sociale una destinazione differente rispetto a quella di garanzia delle obbligazioni contratte. Ciò può emergere dalla condotta dell’amministratore che stabilisce la misura dei propri compensi senza prima avere verificato dati ed elementi (come gli emolumenti corrisposti ai precedenti amministratori) in grado di consentirgli un’adeguata valutazione.
• Cassazione, sentenza 42775/2017
Responsabilità anche per l’amministratore di fatto per il comportamento distrattivo posto in essere dall’amministratore di diritto
L’amministratore di fatto della società fallita è perseguibile per bancarotta fraudolenta al pari dell’amministratore di diritto e in quanto gravato degli stessi suoi doveri, in presenza delle condizioni di ordine oggettivo e soggettivo, è responsabile di tutti i comportamenti penalmente rilevanti a lui addebitabili. Infatti è tenuto ad impedire le condotte illecite riguardanti l’amministrazione della società e/o a pretendere l’esecuzione degli adempimenti previsti dalla legge, così da risultare responsabile dei comportamenti omissivi e/o commissivi posti in essere dall’amministratore di diritto.
• Cassazione, sentenza 42759/2017
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