Controlli e liti

Giustizia tributaria, boom di accessi alla banca dati del merito: quasi mezzo milione di sentenze consultabili

Nei primi tre mesi di avvio del servizio, la banca dati del contenzioso tributario di merito è stata oggetto di circa 37.000 accessi. Oltre 64.000 sentenze sono state oggetto di visualizzazione e download del documento

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Nei primi tre mesi di avvio del servizio, la banca dati del contenzioso tributario di merito è stata oggetto di circa 37.000 accessi, di cui oltre 16.000 relativi a più consultazioni effettuate dallo stesso utente. Oltre 64.000 sentenze sono state oggetto di visualizzazione e download del relativo documento. Il 14% degli accessi ha registrato una durata superiore a 15 minuti, mentre la permanenza media è stata pari a 8 minuti.

A renderlo noto è il dipartimento della Giustizia tributaria del Mef diretto da Fiorenzo Sirianni. La banca dati è aggiornata con 429.998 sentenze native digitali depositate fino al 30 giugno 2024.

Il sistema – denominato Prodigit e sostenuto con 8 milioni di euro di finanziamenti Pon e React Ue – è stato elaborato in collaborazione tra il Mef e il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. Il progetto è ambizioso: modernizzare la nuova giurisdizione - recentemente riformata con la legge 130/2022 e col Dlgs 220/2023 -, per implementare la trasparenza e consentire a tutte le parti di conoscere l’andamento della giurisprudenza di merito.

Uno strumento fortemente richiesto dai professionisti del fisco, che in più occasioni hanno sollecitato il Ministero a concedere l’accesso al data base per favorire la parità tra le parti in causa nel processo fiscale. Lo ha precisato lo stesso Fiorenzo Sirianni, direttore generale del dipartimento Giustizia tributaria, quando a febbraio scorso ha parlato di Prodigit nel corso della sua audizione presso la commissione Finanze del Senato. «Questo è un principio molto importante – ha spiegato Sirianni – perché rafforza il diritto della parità all’interno del processo tributario tra il contribuente e l’ente impositore. Ovviamente i professionisti e i cittadini potranno essere a conoscenza di questo patrimonio informativo che assicura un maggior diritto alla difesa».

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