Il giusto processo anche con il Fisco
Le proposte di legge di iniziativa parlamentare di riforma della giustizia tributaria annunciate in queste ore sembrano finalmente marciare verso il traguardo del giusto processo tributario. Terzietà, imparzialità e professionalità del giudice tributario sono gli obiettivi per i quali Uncat si è da sempre battuta in tutte le sedi pubbliche e istituzionali.
Questi principi sono confluiti in un puntuale articolato, che Uncat ha approvato giovedì scorso nel primo consiglio direttivo dell’anno. L’auspicio è che il contributo tecnico dell’Avvocatura tributarista integri proficuamente il dibattito, sollecitato in questi giorni dalla presentazione di proposte di iniziativa parlamentare.
I punti che Uncat ritiene qualificanti ed essenziali per una riforma funzionale del sistema sono i seguenti:
1) scontato il passaggio delle attuali Commissioni di merito alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al reclutamento dei giudici per pubblico concorso dovranno accompagnarsi dei presidii normativi al fine di assicurare nella fase transitoria il mantenimento delle esperienze professionali già consolidate;
2) la composizione degli organi di giurisdizione tributaria resta riservata ai Tribunali e alle Corti di appello tributarie, ferma la ricorribilità delle sentenze per Cassazione. Prefigurare un terzo grado di legittimità costituito, come è sembrato, dalla sezione tributaria della Suprema corte non appare tecnicamente corretto, poiché le sezioni sono un’articolazione interna dell’organizzazione della Corte suprema. Come hanno stabilito le Sezioni unite (sentenza 8053/2014), il giudizio di legittimità non ha connotazioni di specialità, sicché né la Corte né una sua sezione possono essere organi della giustizia tributaria;
3) l’introduzione delle figure del giudice onorario (all’interno del Tribunale tributario) cui affidare le controversie di minore importo (fino a 5mila euro) e del giudice monocratico per quelle fino a 50mila euro, ferma la collegialità in appello, contribuisce alla qualità e alla riduzione del fabbisogno del numero dei giudici professionali e del corrispondente fabbisogno finanziario;
4) la professionalità del giudice tributario non può non coniugarsi con quella del difensore, sicché l’elenco della categoria dei difensori abilitati va rivisitato, in modo da garantire la parte assistita sotto i profili tecnico giuridico, deontologico ed economico (assicurazione professionale obbligatoria) in ipotesi di danni;
5) la giurisdizione tributaria novellata dovrà istituire i consigli giudiziari con le stesse competenze previste dalla legge n. 25/2006 e da quella eventualmente ulteriore, allo scopo di offrire la trasparenza e l’efficienza degli indirizzi della giustizia tributaria.
Nella condivisione della filosofia delle proposte di legge, così come filtrate, Uncat ritiene questo impianto idoneo a garantire la dignità del servizio giustizia e ad innervare la funzione nomofilattica della Suprema corte, quale presidio dello ius constitutionis.