Controlli e liti

Il riciclaggio vale fino al 12% del Pil

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di Marco Mobili

Il riciclaggio può valere fino al 12% del Pil. E pur trattandosi di stime , il riciclaggio va affrontato e contrasto come e più dell’evasione fiscale. Attività non certo facile visto che il riciclaggio oggi «è articolato e diffuso, con una vocazione transnazionale difficilissima da contrastare». A sottolinearlo è stato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo ieri a Ostia al convegno della Scuola di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, sull’attuazione della IV direttiva antiriciclaggio.

Il 75%, ha proseguito il ministro, deriva dall’evasione di imposte e accise. E questo testimonia nettamente come «la lotta all’evasione e quella al riciclaggio sono due facce della stessa medaglia». Particolare attenzione, poi, merita il diffondersi dell’economia digitale. «La tecnologia altera i comportamenti, crea nuovi mondi, opportunità e problemi, come le criptovalute». Per contrastare questi fenomeni strettamente connessi tra loro occorre dunque «fare sistema». Nella lotta all’evasione e al riciclaggio, per Padoan «le sfide continuano ad essere globali». E l’arma in più in questo caso è lo scambio di informazioni. La lotta all’evasione fiscale è in agenda del G7 e G20 già da molto tempo e in questo campo soprattutto nello scambio di informazioni «la cooperazione internazionale ha raggiunto risultati che in altri settori sono ben lungi dall’essere raggiunti».

Per Giorgio Toschi, Comandante generale delle Fiamme Gialle, le segnalazioni di operazioni sospette generate dal sistema finanziario sono state circa 100mila nel 2017 e il loro approfondimento ha permesso alla Guardia di Finanza di eseguire investigazioni penali anti-riciclaggio. Delle 92.603 segnalazioni sospette analizzate, ha sottolineato nel suo intervento il Capo del III reparto operazioni del Comando generale, Giuseppe Arbore, oltre 27mila e 400 sono state sviluppate in modo mirato altre 6.034 sono confluite in procedimenti penali già esistenti e poco più di mille hanno fatto registrare violazioni penali (quelle amministrative sono state 748).

L’attività, per Toschi, deve dunque contrastare «le più insidiose condotte delittuose di riciclaggio, usura e abusivismo finanziario che ledono il regolare funzionamento dell’economia legale, la libera concorrenza del mercato e la corretta allocazione del risparmio».E il recepimento della IV direttiva, ha aggiunto Toschi, «ha avuto il pregio di intervenire su specifici fattori di vulnerabilità del settore antiriciclaggio», come la moneta elettronica , la valuta virtuale, il money transfer e gli operatori del gioco. «Senza dimenticare - ha concluso Toschi - il nuovo sistema di identificazione della titolarità effettiva di imprese e trust, con il potenziamento della sezione del registro delle imprese».

Nel contrasto a tutto campo dell’evasione e del riciclaggio, ha sottolineato infine Arbore, meritano atene le nuove attribuzioni conferite dall’attuazione della IV direttiva al “Valutario” e alla Dia secondo cui i dati e le informazioni acquisite ai fini antiriciclaggio, anticriminalità e antiterrorismo possono essere utilizzate anche in campo fiscale.

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