Il superbonus resta fuori dai modelli Redditi e 730
La strada maestra per utilizzare la maxi agevolazione sono le cessioni: la conferma arriva dai dati sulle dichiarazioni 2022
Il superbonus non entra nelle dichiarazioni dei redditi. La strada maestra per utilizzare la maxi agevolazione del 110%, relativa alle spese del 2021, è passata da cessione del credito e sconto in fattura. Dicono molto chiaramente questo i dati delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2022, appena pubblicati dal dipartimento delle Finanze.
Chi si aspettava che il superbonus avrebbe avuto un ruolo centrale nel 730 e nel modello Redditi, è rimasto deluso.
I dati, infatti, dicono che tra le spese per il recupero edilizio e quelle per l’efficienza energetica il totale delle spese collegate al 110% si ferma appena a 479 milioni di euro: quindi, la rata 2022 di detrazioni pesa soltanto poco più di 100 milioni di euro.
È un numero esiguo se confrontato con il totale degli investimenti ammessi a detrazione nel corso del 2021. Secondo i dati Enea, quell’anno (il primo intero di pieno utilizzo della maxi detrazione) sono stati totalizzati 15,2 miliardi di euro di spese ammesse a detrazione, per 16,7 miliardi di detrazioni. Nel 2022 hanno prodotto una prima rata da 3,3 miliardi di bonus da scontare. Una rata che, quindi, solo in minima parte (poco più del 3%) è finita nelle dichiarazioni dei redditi.
I numeri del superbonus appaiono bassi anche se paragonati a quelli degli altri sconti fiscali legati alle ristrutturazioni. Il 2021 è stato, infatti, un anno nel quale i lavori di riqualificazione hanno totalizzato 14,9 miliardi di spese: due miliardi sono arrivati per la riqualificazione energetica (al loro interno è conteggiato un pezzo del superbonus). Ottima la performance del bonus mobili, che ha visto aumentare le spese del 29,6 per cento.
C’è, soprattutto, una ragione dietro la scelta di non portare il superbonus in detrazione. Per molti contribuenti ha pesato l’incapienza o, comunque, l’assenza di un’imposta sufficiente a utilizzare in pieno le detrazioni. Il 110%, come noto, produce una massa molto rilevante di sconti fiscali. Partendo dai numeri dell’Enea, siamo nell’ordine di 125mila euro di detrazioni per le unifamiliari e di 55mila euro per le unità in condominio. Per molti contribuenti, allora, l’unica alternativa è stata la cessione del credito della quale, ovviamente, non si trova traccia nelle dichiarazioni.
Si spiega, probabilmente, anche con questi numeri l’intervento da poco definito dal Parlamento nella legge di conversione del decreto Cessioni (Dl 11/2023): con quel provvedimento è stata data la possibilità ai contribuenti di utilizzare in dieci anni le detrazioni di superbonus relative alle spese del 2022. Proprio i numeri delle dichiarazioni 2022 dicono che, con l’allargamento, il superbonus diventerà sfruttabile da molte più persone.
Con dieci rate annuali potranno utilizzare la maxi detrazione poco meno di 6 milioni di contribuenti nel caso dei condomini e circa 2,5 milioni di contribuenti nel caso di abitazioni unifamiliari e unità indipendenti (che producono detrazioni molto più alte). Una platea molto più ampia rispetto alla rateizzazione in quattro rate (disponibile a partire da gennaio del 2022), che limita il campo a poco meno di 600mila contribuenti per le unifamiliari, circa 700mila per le unità indipendenti e due milioni per i condomini.