In agricoltura il credito d’imposta è cumulabile con le agevolazioni Psr
Il risparmio fiscale non deve superare il costo sostenuto
Sulla complicata questione della piena cumulabilità del credito d’imposta per gli investimenti con le agevolazioni previste dal Piano di sviluppo rurale (Psr), il ministero dell’Economia – con la risposta a interrogazione parlamentare n. 5-07176 resa in commissione Finanze alla Camera – fornisce un parere assai favorevole ai contribuenti interessati, rinviando però ad altri approfondimenti di pertinenza del ministero delle Politiche agricole e dei competenti organi comunitari.
L’articolo 1, comma 192, della legge di Bilancio 2020 (ma analoga disposizione è contenuta al comma 1059 dell’articolo 1 della legge di Bilancio 2021) prevede che il credito d’imposta sugli investimenti sia cumulabile con altre agevolazioni che abbiano a oggetto i medesimi costi, a condizione che il cumulo, tenuto conto del risparmio fiscale (Irap compresa), non porti al superamento del costo sostenuto. Pertanto, il bonus è cumulabile con altre agevolazioni, a meno che non sia la disciplina di queste ultime a porre delle condizioni più restrittive (si veda il paragrafo 6.1 della circolare n. 9/E/21 e le risposte a interpello 360/20 e 75, 157, 508 e 604/21).
Nell’agricoltura il tema è intricato. In un parere reso il 17 novembre 2020 dalla direzione generale Agricoltura Ue a un quesito della Regione Sicilia si afferma (a titolo di opinione, senza con ciò “impegnare” la Ue) che il sostegno del Psr, per le stesse spese ammissibili, possa essere concesso in combinazione con i crediti d’imposta statali, ma l’aiuto cumulativo deve rimanere entro i limiti fissati dall’allegato II del regolamento (Ue) 1305/2013, che introdurrebbe aliquote massime di aiuto “che non possono in alcun caso essere superate” (così anche la risposta a interrogazione Commissione Ue E-004013 del 14 ottobre scorso).
Tale allegato fornisce una serie di percentuali differenziate a seconda delle varie regioni e situazioni, ma che in molti casi (per esempio Italia Centro-Nord) limita l’aiuto totale al 40% del costo dell’investimento. Se così fosse, addio cumulo per molte imprese italiane (NtPlus del 18 dicembre 2020) che (oltre ai problemi sul pregresso) d’ora in poi presumibilmente tenderanno a preferire il contributo Psr al credito d’imposta, in quanto più immediato (NtPlus del 14 dicembre 2020).
Nella risposta all’interrogazione parlamentare, del 1° dicembre, il Mef afferma (riportando anche il parere Mipaaf) che l’assunto della direzione Agricoltura Ue «non appare condivisibile» perché i massimali farebbero riferimento solo «a interventi puntualmente circostanziati», ossia agli specifici contributi pubblici richiamati dal regolamento 1305/13, e non costituiscono «massimali generali di spesa pubblica».
Non si concorda neppure sull’interpretazione che vede gli utilizzatori del credito d’imposta come «esentati dal normale onere fiscale», essendo tale aspetto neutrale rispetto alla normativa comunitaria.
L’unico vincolo sussistente nello specifico, sarebbe, quindi, quello del costo sostenuto, come disciplinato dalle leggi di Bilancio.
Una tesi favorevole ai contribuenti, anche se la risposta termina ricordando come, trattandosi di approfondire l’interazione tra normativa interna e Ue, sulla questione il Mef non può disporre in autonomia, essendo coinvolte Mipaaf e Organi Ue. Ricordiamo che anche il Mise a suo tempo si è espresso informalmente a favore della cumulabilità (NtPlus del 18 febbraio 2021).
Istituzioni decisive
Non si può che invocare una rapida consultazione a livello interpretativo tra le varie istituzioni interessate: non si possono lasciare le imprese in balìa dei rimpalli di competenze e degli orientamenti più o meno restrittivi degli enti coinvolti, anche in considerazione delle dichiarazioni (con rilevanza penale) che vengono richieste nelle istanze di richiesta dei contributi. Del resto, si ha già notizia di comunicazioni da parte di alcune dipartimenti regionali che richiedono l'espressa rinuncia al bonus 4.0 prima di erogare il saldo del contributo Psr, il che innesca un potenziale contenzioso che non giova a nessuno