Incentivi più ampi per il rinnovo delle flotte aziendali
Dovrebbero partire il 1° ottobre i nuovi incentivi “allargati” della Regione Lombardia al rinnovo del parco veicoli delle imprese micro, piccole e medie con sede operativa sul proprio territorio. L’allargamento, deciso il 31 luglio dalla Giunta regionale (delibera XI/2089), riguarda sia le categorie dei veicoli acquistabili con incentivo sia il tipo di motore, rendendo questa nuova tornata di incentivi più appetibile di quella varata il 2 agosto 2018 e tuttora attiva.
C’è tempo fino al 15 settembre per presentare le domande relative a questa tornata. Nei giorni successivi dovrebbe essere pubblicato il nuovo regolamento attuativo, previsto dalla delibera XI/2089 e al quale gli uffici della Regione stanno lavorando. Ciò renderebbe possibile la partenza dei nuovi incentivi il 1° ottobre.
L’ampliamento degli incentivi va in quattro direzioni:
- i veicoli di cui disfarsi in cambio del contributo regionale non si limiteranno più a quelli fino a Euro 1 a benzina ed Euro 2 a gasolio, ma arriveranno all’Euro 2 a benzina e all’Euro 5 a gasolio (per gli autocarri queste diciture sono scritte con numeri romani) e potranno anche essere radiati per esportazione (prima era necessario che fossero demoliti);
- i veicoli acquistabili con l’incentivo non saranno più solo gli autocarri leggeri e “medi” (categorie N1 e N2, quindi con massa massima fino a 12 tonnellate), ma anche quelli per trasporto persone (M1, M2 e M3, sostanzialmente dalle vetture ai bus) e gli autocarri pesanti (N3);
- gli autocarri potranno essere immatricolati anche per trasporto merci in conto terzi e non più solo in conto proprio;
- i motori non dovranno più essere elettrici, ibridi o a gas (anche bifuel, cioè benzina/metano e benzina/Gpl), ma potranno anche avere alimentazione tradizionale (gasolio o benzina), purché «in grado di garantire basse emissioni di inquinanti».
Quest’ultima definizione è declinata in base alle emissioni di NOx (ossidi di azoto, al centro del dieselgate). Per le autovetture (M1) c’è un massimo di 126 mg/km, con quattro fasce (zero, fino a 60, fino a 85,8 e fino a 126) che poi vengono “incrociate” con altrettante fasce di emissioni di CO2 (gas responsabile dei cambiamenti climatici). L’incrocio determina l’entità degli incentivi, che vanno dagli 8.000 euro cui avranno diritto i modelli elettrici ai 2.000 previsti per quelli con emissioni di CO2 comprese tra 95 e 130 g/km e di NOx tra 85,9 e 126 mg/km.
Le emissioni di NOx, da quanto si desume dalle tabelle allegate alla delibera, devono essere misurate su strada (col più severo ciclo Rde). Ciò pare implicare che siamo ammesse solo vetture di classe ambientale Euro 6D-Temp ed Euro 6D, quelle “post-dieselgate”.
Per gli autocarri leggeri (N1), gli importi del bonus saranno gli stessi delle auto, ma le fasce di emissione hanno valori più alti (fino a 175 g/km di CO2 e 172,2 di NOx).
Per autocarri e bus totalmente elettrici si arriverà fino a 20.000 euro, per gli ibridi e a gas fino a 16.000, per altre motorizzazioni si andrà fino ai 5.000.