I temi di NT+Fisco e software

Interoperabilità tra sistemi per evitare i blocchi informatici delle Entrate

Il ricorso alle tecnologie Api (Application program interface) consentirebbe ai gestionali di accedere direttamente alle banche date degli enti

immagine non disponibile

a cura di Roberto Bellini, direttore generale AssoSoftware

Potrebbe essere utile formulare alcune considerazioni di natura tecnico-operativa in merito agli eventi occorsi il 16 e il 28 maggio scorso, quando il portale istituzionale dell’agenzia delle Entrate ha registrato malfunzionamenti che, per diverse ore, hanno impedito a contribuenti e intermediari fiscali di accedere alla propria area riservata.

Considerazioni finalizzate non tanto a individuare e/o suggerire soluzioni tecniche - sulle possibili soluzioni c’è probabilmente ben poco che si possa suggerire ai tecnici Sogei, la cui professionalità è assolutamente fuori discussione - quanto a ipotizzare modelli alternativi di utilizzo dei sistemi informatici di interesse nazionale.

Da un lato, rispetto all’attuale configurazione dei calendari di scadenze, spesso caratterizzati da una concentrazione eccessiva in pochi giorni. Dall’altro, con riferimento all’accentramento dei servizi sui portali istituzionali, che, in talune circostanze, obbliga anche gli intermediari fiscali dotati di software gestionali professionali ad accedere direttamente ai siti degli enti, come quello dell’agenzia delle Entrate, per eseguire determinate operazioni, a volte forzatamente automatizzate.

Troppe scadenze sovrapposte

La gestione dei carichi è una delle attività più complesse per chi gestisce le infrastrutture tecnologiche ed è spesso condizionata anche dalle regole e delle scadenze che devono rispettare gli utilizzatori.

Facciamo qualche esempio di eventi che possono portare a sovraccarichi di tipo infrastrutturale:

  • i click days, che vengono utilizzati per prenotare contributi, richiedere rimborsi o incentivi e per stabilire contestualmente la graduatoria in base all’ordine di invio. Purtroppo, continuano a essere di grande attualità, anche se probabilmente poco meritocratici;
  • la messa a disposizione contestuale a una grande parte degli utenti del sito, a partire da una certa data, di informazioni e dati importanti, la cui consultazione sarà concentrata in poche ore;
  • l’apertura di nuovi canali di trasmissione e/o la messa a disposizione di nuove funzionalità software, in concomitanza con scadenze importanti.

Sarebbe importante concordare queste attività, coordinandosi con gli operatori del settore, comprese le software house, per evitare colli di bottiglia ed eccessivi picchi di lavoro, aumentando allo stesso tempo la consapevolezza di tutti nel corretto utilizzo delle risorse tecnologiche a disposizione.

Anche perché non è possibile porre vincoli agli utilizzatori. I meno giovani ricorderanno alcune regole dell’informatica “preistorica”, che prevedevano per gli utilizzatori accessi scaglionati in giornate diverse, individuate - ad esempio - in base alla prima lettera del cognome. Vincoli che non vorremmo più vedere reintrodotti.

La parola magica: interoperabilità Api

Un contributo significativo alla riduzione dei picchi operativi potrebbe essere ottenuto attraverso un sostanziale miglioramento dell’interoperabilità tra le banche dati degli enti e i software gestionali sviluppati dalle società specializzate.

L’accesso alle banche degli enti effettuato con tecnologie Api (Application program interface) direttamente dai gestionali è sicuramente assai meno gravoso rispetto all’accesso effettuato tramite browser, ossia loggandosi “manualmente” con login e password ovvero con Spid o Cie.

In più, in alcuni casi, l’accesso via Api è anche “diluibile” nel tempo, ossia ad esempio schedulabile nelle ore notturne di minor carico dei sistemi.

Ricordiamo, inoltre, che l’assenza di Api in funzionalità importanti come lo scarico delle ricevute telematiche ha indotto spesso software house a usare tecniche di scraping e bot automatici che, per scaricare i dati, simulano massivamente l’azione dell’operatore sul browser, andando a intasare i front-end dei portali con effetti sul carico dei sistemi spesso imprevedibili. Tutto questo sarebbe risolto usando la vera interoperabilità via API.

Se ne parla da anni nei Piani triennali per l’informatica della Pa ed esiste anche uno specifico progetto dedicato all’interoperabilità, la Pdnd (Piattaforma digitale nazionale dati), limitata tuttavia al momento allo scambio dati tra pubbliche amministrazioni. Ciò detto, la vera interoperabilità pubblico - privato è ancora lontana. Oggi, le software house, rappresentate da AssoSoftware, sono costrette a rincorrere le pubbliche amministrazioni affinché rendano progressivamente disponibili, anche tramite Api i dati di rilevante interesse.

Rimanendo in ambito agenzia delle Entrate e alle scadenze degli ultimi mesi, tra quelli più consultati e a cui non è ancora possibile accedere in modalità API vanno ricordati le dichiarazioni 730 e Redditi PF precompilate, le variabili precalcolate Isa, e, come già accennato sopra, molte funzioni del cassetto fiscale, tra cui lo scarico delle ricevute telematiche o l’accesso ai dati catastali.

È chiaro che, se si riuscisse a raggiungere il corretto livello di interoperabilità, il blocco dei sistemi diventerebbe solo un ricordo. Anche perché le tecnologie attuali e le esperienze effettuate negli ultimi anni ci consentono oramai di superare agevolmente quello che in passato era stato il maggiore ostacolo, ossia il rispetto delle norme sulla privacy.